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IATA: Copenaghen nella rotta dell’industria aeronautica

Bisignani, direttore generale e a.d. Iata, chiede all'industria aeronautica e ai governi di presentare un impegno allineato sulle emissioni dell'aviazione

Dopo l’annuncio dell’approvazione delle misure per il Cielo Unico europeo, un ulteriore sforzo al settore aeronautico viene chiesto dalla IATA, l’Associazione del trasporto aereo internazionale, che in prospettiva di Copenaghen, sprona industria e governi di allinearsi su un forte impegno ambientale. La Conferenza per la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (Unfccc) che attende a dicembre, non può cogliere impreparati e per questo dal Vertice annuale su aviazione e ambiente organizzato dall’Atag (Air Transport Action Group), Giovanni Bisignani, direttore generale e a.d. Iata, ha sottolineato come la responsabilità ambientale per l’aviazione sia perseguibile solo se i governi andranno oltre le misure economiche punitive, per puntare piuttosto ad azioni che riducano le emissioni in uno sforzo globalmente coordinato.
Bisignani ha anche messo in evidenza i successi finora ottenuti nella riduzione delle emissioni: “Quest’anno ci aspettiamo un calo del 7,8% nelle emissioni globali di CO2 dell’aviazione. Di questo, il 6% dipende da un previsto calo di capacità e il restante 1,8% è in relazione diretta con la nostra strategia dei quattro pilastri sul cambiamento climatico, e in particolare dal miglioramento delle tecnologie, delle operazioni e delle infrastrutture”. Nell’anno trascorso, “grazie all’impegno della Iata, si sono risparmiati 15 milioni di tonnellate di emissioni di anidride carbonica”, puntando ora ad un ulteriore risparmio di altri 10 milioni di tonnellate”. Tra le priorità da sviluppare, secondo il numero uno della Iata, i biocarburanti, la cui produzione commerciale dovrebbe essere incoraggiata con efficaci incentivi sia fiscali che normativi.

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