(Rinnovabili.it) – L’aveva già detto. Durante l’Asahi World Environment Forum a Tokyo, ma allora era solo un candidato alle elezioni. Favorito sì, ma candidato. Ora invece con la vittoria definitiva, tra qualche giorno sarà ufficialmente nominato primo ministro e quindi il peso specifico delle sue dichiarazioni è cresciuto non poco. Per lui, tutto confermato quindi, entro il 2020 in Giappone ridurrà le emissioni di gas serra nell’atmosfera del 25% (su base 1990). Le parole di Hatoyama hanno reso felici gli ambientalisti e hanno gettato nella preoccupazione gli industriali.
Ma anche da candidato, senza pensare agli interessi elettorali e senza lasciarsi intimidire dalle prevedibili reazioni dell’industria, dichiarava che “l’impegno per la salvaguardia dell’ambiente è uno dei nostri impegni stipulati nel nostro manifesto elettorale e quindi dobbiamo avere la volontà politica di tendere alla sua realizzazione usando tutti i mezzi politici”.
Consapevole delle conseguenze anche in ambito internazionale, aveva poi aggiunto: “Noi mireremo a stabilire una struttura internazionale giusta ed efficiente che coinvolga tutte le maggiori nazioni del mondo”.
Il precedente primo ministro, Taro Aso aveva, deciso un taglio dell’8% dei gas serra per la stessa data. Misura ovviamente valutata giudicata assai poco adeguata dall’Unione Europea, ma invece addirittura “azzardata” dalla Keidanren, la Confindustria giapponese. Figuriamoci le reazioni degli industriali nipponici alle riduzione annunciate dal nuovo premier.
Hatoyama ha aggiunto che anche le nazioni in via di sviluppo devono fare sforzi per ridurre le emissioni di gas serra “nel processo di raggiungere uno sviluppo sostenibile e di eliminare la povertà secondo il principio delle responsabilità comuni ma differenziate”. Il nuovo governo da lui guidato studierà i modi e procurerà mezzi finanziari e tecnologie per assistere le nazioni in via di sviluppo nella lotta contro il cambiamento del clima.
Yvo de Boer, segretario del dipartimento per il cambiamento del clima alle Nazioni Unite (UNFCCC) ha detto: “L’intenzione del Dpj di ridurre del 25% le emissioni del gas serra sotto il livello del 1990 è lodevole. Essa è in linea con le necessità indicate dalla scienza e affretterà il processo di un reale cambiamento dell’economia giapponese”.