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GSE: fonti rinnovabili, Italia quarta in Europa

È questa una delle informazioni che si apprendono dallo studio di Nomisma Energia, commissionato dal GSE e presentato oggi nell’ambito di un convegno promosso dallo stesso Gestore dei Servizi Elettrici. Presenti tra gli altri, oltre al Presidente GSE Carlo Andrea Bollino e all’Amministratore Delegato GSE, Nando Pasquali, anche il Presidente di Nomisma Energia, Davide Tabarelli

“Le fonti rinnovabili per l’energia elettrica in Europa” è il titolo della ricerca che va a studiare un problema energetico che oggi estende la sua attualità ai campi scientifico, politico e sociale.
Ma veniamo ad alcuni dei risultati, e constatiamo che, ad esempio, l’Europa si classifica come prima entità politica al mondo per la valorizzazione delle fonti di energia rinnovabili, soprattutto per quanto riguarda quella eolica. Nell’ambito europeo si distingue al primo posto la Germania, seguita da Danimarca, Spagna e Italia. I tedeschi rimangono comunque un modello di riferimento per gli incentivi indirizzati alle fonti rinnovabili, anche se permane nella loro politica energetica una sorta di contraddizione, visto che gran parte del fabbisogno del paese, è coperto dal nucleare e dal carbone, quindi con una notevole produzione di energia a basso costo.
Ma tornando all’Europa, lo studio dimostra come, nonostante i costi delle FER rimangano comunque elevati, questo non costituisca l’ostacolo principale al loro utilizzo. A tale proposito lo studio sottolinea come il livello di incentivi sia così elevato, tanto da condizionare considerevolmente il prezzo finale al consumatore. È stato infatti calcolato che la loro incidenza si può valutare attorno al 4% del costo totale.
Tutto questo, in uno scenario che ha visto dal 2004 al 2006 una crescita del prezzo dell’elettricità pari al 15%, dovuta in parte all’incremento del costo dei combustibili, e in parte alla escalation della redditività degli operatori del settore elettrico.
Per quanto riguarda l’Italia, la scopriamo come quarta classificata nell’ambito europeo, con ben 52 TWh prodotte nello scorso anno. A questo dato si affianca la constatazione di essere ancora lontani dall’obiettivo prefissato per il 2010, cioè un 22% di energia generata da fonti rinnovabili contro un attuale 15% , tra l’altro valore uguale a quello registrato nel 1997.
L’analisi di Nomisma Energia evidenzia come i risultati prefissi non siano stati raggiunti, soprattutto per i ritardi burocratici e per l’inadeguatezza delle reti distributive. Eppure, sul fronte degli incentivi l’Italia gode di un sistema particolarmente favorevole, ad esempio i certificati verdi avevano raggiunto, l’anno passato, i 125,28 €/MWh. Ma anche il sistema di cessione dell’energia elettrica prodotta, contribuisce ad abbassare i costi, visto il prezzo abbastanza elevato sul mercato: talvolta superiore ai 70 €/MW. Questo pone il nostro paese in una posizione decisamente privilegiata rispetto agli altri partner europei, dove nessuno arriva ai quasi 200 €/MWh di incentivazione.
Altre contraddizioni nel nostro mercato energetico sono state riscontrate tra il notevole rendimento degli investimenti e una notevole inadeguatezza delle autorizzazioni. Come esempio lo studio di Nomisma Energia cita il prezzo di un impianto eolico, confrontandolo con quello della necessaria autorizzazione che infatti supera il 50% del costo per l’installazione della struttura stessa. (Rinnovabili.it)

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