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Greenpeace pubblica la 15esima Eco-guida

(Rinnovabili.it) – Fra le numerose minacce per la sicurezza ambientale rappresenta una vera e propria emergenza lo smaltimento di prodotti tecnologici, soprattutto se nella filiera produttiva vengono utilizzate materiali chimici pericolosi. A tale scopo Greenpeace pubblica periodicamente “l’Eco-guida”:https://www.greenpeace.org/raw/content/italy/ufficiostampa/rapporti/eco-guida-15.pdf ai prodotti elettronici. Nella sua 15esima edizione ai primi posti della classifica la Nokia (con 7,5 punti su 10 rispetto ai 7,3 della 14esima pubblicazione) per aver rimosso composti a base di bromo, clorurati e il triossido di antimonio dai nuovi prodotti. Apple (4,9/10), HP (4,9/10, cha sale dalla 11esima all’ottava posizione), HCL e Wipro si sono attivate anche loro nell’eliminazione dal mercato di prodotti realizzati con sostanze nocive. Lodate, per il loro comportamento verso la sostenibilità, aziende del calibro di Sony Ericsson, HP e Acer, convinte della notevole importanza l’imminente adeguamento della Direttiva RoHS (Restriction of Hazardous Substances in electronics), in particolare in merito alla proibizione dell’uso del PVC e di tutti i ritardanti di fiamma a base di bromuri, anche se si mantengo basse in classifica a causa di una gestione aziendale ancora non del tutto eccellente.
All’ultimo posto troviamo la Nintendo, che migliora però il suo punteggio da 1,4 a 1,8, in quanto ha adottato il sistema di precauzione nell’utilizzo di sostanze pericolose ma non migliora nella gestione dei rifiuti. Scende drasticamente in graduatoria, dalla terza alla 14esima posizione, Toshiba per aver voltato le spalle al suo impegno di non immettere in commercio prodotti nuovi privi di PVC e bromurati. Stessa sorte per Dell e Samsung. Nel complesso, cosi come Greenpeace afferma:” È incoraggiante vedere come diverse aziende importanti sostengano, in linea con le nostre richieste, l’urgente bisogno di una legislazione in grado di rimuovere completamente queste sostanze pericolose”, in quanto è possibile, nonché economicamente sostenibile, avere sul mercato prodotti hi-tech “verdi”.

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