Ennesima azione dimostrativa da parte degli attivisti del'associazione che stamattina hanno protestato contro la produzione di energia con quello che viene definito "carbone pulito"
Sono stati otto gli attivisti di Greenpeace, che stamattina salendo in cima ad una delle gru, hanno esposto uno striscione che simboleggiava un paio di mutande accompagnate da altri striscioni con vari slogan su uno dei quali era scritto “Kyoto: Italia in mutande” accompagnato da altri che recitavano: “No carbone” e “Stop Co2”.
L’Enel, che gestisce l’impianto, ha comunicato che “il passaggio da olio combustibile a carbone pulito comporterà la riduzione del 18% delle emissioni di CO2 e fino all’80% delle emissioni inquinanti – come spiega una nota del suo l’ufficio stampa – portandole ben al di sotto del 50% rispetto ai limiti fissati dalla legge a protezione della salute e dell’ambiente”
Di parere diametralmente opposto invce l’associazione ambientalista, che ribadisce come “l’Italia, con le attuali misure adottate, si appresta a far fallire miseramente gli obiettivi di Kyoto – secondo il direttore delle campagne di Greenpeace, Giuseppe Onufrio – e la centrale di Civitavecchia aggrava ulteriormente il deficit ambientale dell’Italia di oltre 10 milioni di tonnellate di Co2 all’anno”.
L’impianto di Civitavecchia è previsto che inizi a funzionare nel 2008 e le succitate 10 milioni di t. di Co2/anno, si sommeranno all’attuale quantità da ridurre (circa 103 milioni di tonnellate), per raggiungere gli obiettivi di Kyoto. Secondo Greenpeace “A pochi giorni dall’appuntamento di Bali che apre le trattative per impegni ancora più stringenti, in Italia manca ancora una strategia adeguata e coerente per la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra”. (fonte Reuters)