(Rinnovabili.it) – Greenpeace Spagna ha pubblicato, a dimostrazione che l’Europa è oramai pronta a produrre la propria energia da fonte rinnovabile, un rapporto intitolato “*La battaglia delle reti*”:https://www.greenpeace.org/espana/Global/espana/report/cambio_climatico/redesweb.pdf rendendolo pubblico oggi e ribadendo come la rigidità degli impianti nucleari presenti nel continente e le centrali a carbone siano attualmente il vero ostacolo alle rinnovabili. Nel rapporto viene per questo evidenziata la necessità, per arrivare al 2050 alimentati esclusivamente da fonti green, di eliminare gli impianti a carbone e le centrali nucleari entro il 2030, riuscendo per quella data ad ottenere il 68% dell’energia generata sfruttando esclusivamente fonti energetiche alternative.
Ne “La batalla de las redes”, questo il nome originale del documento, viene per la prima volta descritto il panorama europeo, come potrebbe essere il continente con una smart grid europea in grado di mettere in collegamento tutte le aree del continente: una attenta gestione della rete, una idonea tecnologia di controllo e una rete che collega le reti di trasmissione potrebbe infatti, secondo l’associazione ambientalista, bilanciare efficacemente la fornitura energetica anche nei momenti in cui vento e sole non sono al massimo della disponibilità. Presto, quindi, la produzione da fonte alternativa entrerà in conflitto con la produzione da fonte fossile, che a tutt’oggi, nei momenti di massima produzione, hanno la priorità di immissione in rete.
Secondo Jan Vande Putte, responsabile della campagna energia di Greenpeace International “i politici europei dovrebbero prendere le distanze dal carbone e dal nucleare, che stanno bloccando il progresso verso un sistema del futuro ad energia pulita, moderna ed efficiente. Lo scorso anno è stato deciso lo stop a migliaia di turbine eoliche per favorire la continuazione delle centrali nucleari e a carbone”.
Prestando particolare attenzione al caso della Spagna la relazione illustra una situazione in cui le rinnovabili hanno avuto una rapida ascesa e stanno contribuendo attivamente al fabbisogno del paese con un apporto che nel 2010 è stato del 35% per quanto riguarda l’energia prodotta da fonte green, il 21% da nucleare e l’8% da carbone.
In grado a volte di contribuire anche ad un terzo dell’energia necessaria al paese le rinnovabili in Spagna hanno spesso dovuto arrestare la propria produzione mediante lo spegnimento degli impianti, come nel sopracitato caso dell’eolico, facendo in modo che l’eccessiva produzione non andasse perduta in momenti in cui il vento era particolarmente favorevole e senza la possibilità di arrestare la produzione da atomo.
“Il problema dell’energia nucleare non è solo il pericolo. L’ostacolo è nella rigidità nel favorire l’integrazione delle energie rinnovabili su vasta scala”, ha detto José Luis García Ortega, responsabile per la campagna del cambiamento climatico e l’energia di Greenpeace Spagna. “Se vogliamo sfruttare tutta la potenza rinnovabile, pulita e indigena che abbiamo, abbiamo bisogno di un sistema flessibile, di reti intelligenti centrali che possano modulare l’output, in modo che noi possiamo pianificare l’abbandono e dei pericoli e dell’inflessibilità del nucleare”.