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Grazie al polistirolo “case anfibie” anti-inondazioni

(Rinnovabili.it) – Il cambiamento climatico sta ridefinendo le regole con cui viviamo ad un ritmo inaspettato. Senza un’appropriata linea d’azione climatica, condivisa a livello mondiale, diverse aree del globo sono letteralmente a rischio di scomparsa a causa del progressivo aumento del livello dei mari. A seconda della loro situazione geografica, alcuni paesi sono ovviamente un passo avanti agli altri nelle tecnologie di adattamento agli effetti del riscaldamento globale. Uno di questi è l’Olanda che dal 1953, anno in cui è stata colpita da catastrofiche inondazioni, ha sviluppato una vera e propria cultura di ingegneria di gestione delle alluvioni. In questo contesto nasce il lavoro svolto da Dura Vermeer, una società olandese che coordina il progetto europeo Floatec, il cui obiettivo è quello di sviluppare abitazioni capaci di resistere alle inondazioni. Le case galleggianti non sono una novità, ma le tecniche utilizzate fino a oggi per costruirle hanno iniziato a manifestare i loro limiti quando, superato un certo peso, le strutture iniziavano ad avere una scarsa stabilità sull’acqua. Ecco che allora il gruppo olandese ha sviluppato un nuovo sistema che prevede l’impiego del _polistirene espanso sinterizzato_ (EPS), un materiale molto più leggero. Il polistirolo modificato è inserito in multistrato tra le falde di composito e cemento creando moduli che possono essere facilmente assemblati in una struttura di sostegno più grande, al pari dei blocchi di costruzione, su cui viene gettato successivamente il calcestruzzo. La tecnica conferisce loro una migliore galleggiabilità e presenta notevoli vantaggi: oltre alla facilità con cui la struttura può essere assemblata, secondo la società olandese, l’impiego di questo materiale sarebbe anche molto economico. Il progetto Floatec ha avuto il pieno appoggio del governo dei Paesi Bassi, che ha selezionato alcune aree del paese come base per la sperimentazione delle case anfibie.

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