Il Segretario Usa per l’Energia Steven Chu, durante un incontro con la stampa, ha definito la corsa della Cina nel mercato energetico “verde” uno “Sputnik Moment” che obbliga gli Usa a fare di più per non arrivare secondi nella corsa per la leadership mondiale nel campo delle rinnovabili
(Rinnovabili.it) – Come ai tempi della guerra fredda in cui “l’avversario” politico si spiava, si raccoglievano informazioni sui suoi piani e si teneva alto il morale della propria nazione spingendo tutti a fare di più “per una buona causa”. Ma nella nuova contesa tra Usa e Cina l’attenzione non è questa volta su questioni politiche o sul riarmo atomico, ma molto più semplicemente sulla conquista della leadership mondiale nelle rinnovabili. Una questione di non poco conto a giudicare dal fervore con il quale il Segretario Usa per l’Energia, Steven Chu, ha affrontato ieri la questione nel corso di un incontro presso il National Press Club, durante il quale ha paragonato i successi della Cina nel campo delle “energie pulite” a uno “Sputnik Moment” per l’America, evocando i successi ottenuti più di mezzo secolo fa nel campo della conquista dello spazio dell’allora nemica Urss.
Il Segretario per l’Energia Usa ha ricordato che i successi “rinnovabili” della Cina impongono agli Stati Uniti di puntare tutto su una grande mobilitazione, anche in campo politico, che possa supportare un adeguato sviluppo della ricerca e dell’innovazione in comparti tanto strategici per il futuro della nazione. “Dall’eolico ai reattori nucleari, fino alla ferrovia ad alta velocità – ha detto ieri Chu – la Cina insieme ad altri paesi si sta muovendo in maniera aggressiva per conquistare la leadership. E viste le enormi opportunità economiche offerte dall’ “energia pulita” per l’America è arrivata l’ora di fare quello che sappiamo fare meglio: innovare. Come ha detto il presidente Obama non dobbiamo e non possiamo giocare per il secondo posto”.
Chu ha poi ricordato anche le attività di ricerca più promettenti che gli Stati Uniti stanno mettendo in campo tra le quali un posto di tutto rilevo stanno occupando le batterie per veicoli elettrici in grado di alimentare con una singola carica le auto per 500 chilometri. Tra gli altri progetti significativi anche la messa a punto da parte del Energy Innovation Hub guidato dal California Institute of Technology (Caltech) di un sistema integrato in grado di convertire la luce solare, l’anidride carbonica e l’acqua in combustibili da utilizzare come la benzina. Veri fiori all’occhiello della ricerca verde made in Usa a cui però Chu ha contrapposto i successi dei competitor cinesi in molti altri settori promettenti. Il Segretario per l’Energia ha elencato una serie di tecnologie fondamentali sulle quali dovranno lavorare i laboratori degli States per evitare alla nazione di rimanere indietro nella corsa alla leadership verde. Tra queste la ferrovia ad alta velocità, i nuovi impianti per la cattura e lo stoccaggio della CO2, senza dimenticare i veicoli elettrici e i biofuel (due comparti in cui la Cina ha investito un fondo da 17 miliardi di dollari) tendendo sempre ben presente il ritmo forsennato al quale la Cina istalla e mette in funzione ogni anno impianti eolici e fotovoltaici.