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Gli ambientalisti si rivolgono alla UE contro il decreto “salva CO2”

(Rinnovabili.it) – E’ stato battezzato “Decreto salva CO2”, la norma in base alla quale il governo permette l’assegnazione di quote di emissione di CO2 a titolo gratuito per gli operatori energetici e industriali con impianti entrati in funzione dopo l’aprile del 2009. Una misura che ha fatto da subito saltare sulla sedia le associazioni ambientiste che ora tornano a far sentire la propria voce direttamente a Bruxelles forti del fatto che la normativa è in deciso contrasto con la Direttiva ETS secondo la quale vale la regola chi inquina paga. Legambiente, Greenpeace e WWF hanno inviato una lettera formale al Commissario europeo per il Clima Connie Hedegaard per denunciare una situazione che viene da loro stesse definita “una vera beffa”. L’accuse rivolta dalle tre organizzazioni è che il decreto conceda un finanziamento pubblico diretto alle imprese a partire da fondi che nel 2013 saranno messi a disposizione da Bruxelles per adottare politiche a favore del clima.
“In concreto, si legge nel comunicato stampa – il governo ha previsto di pagare una cifra che, secondo alcune stime, potrebbe arrivare a 800 milioni di Euro per gli impianti entrati in funzione dal gennaio 2009, attraverso l’Autorità per l’energia elettrica e il gas. Un provvedimento che finirebbe per regalare soldi alle imprese più inquinanti e che, ancora una volta, risulta in evidente contrasto con le politiche europee di riduzione della CO2 e di spinta all’efficienza energetica., anche perché utilizzerebbe le risorse che dovrebbe derivare dalla vendita all’asta di quote di emissioni a partire dal 2013”. Tale manovra mette l’Italia sotto una cattiva luce in termini di una gestione sostenibile delle imprese, oltre che a rendere vano tutto il lavoro fatto nel settore delle energie rinnovabili. “Regalando quote gratuite” sottolineano le tre associazioni “si compie un’evidente infrazione delle Direttive Europee violando la normativa europea sugli aiuti di Stato e quella sulla concorrenza tra le imprese”.

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