(Rinnovabili.it) – Nonostante le stime parlino di un potenziale di 1800 MW a tutto vantaggio della popolazione, gli ambientalisti non si fermano ed elaborano la petizione contro “Gibe III”:https://www.gibe3.com.et/, progetto idroelettrico etiope accusato di mettere a rischio la sopravvivenza dei mezzi di sostentamento di ben 500mila persone che abitano tra Kenya ed Etiopia.
“La regione inferiore del fiume Omo presenta una grande varietà in termini di biodiversità, ma le praterie sono molto vulnerabili in questo ambiente semi-arido”, ha spiegato un portavoce di Survival International, uno dei gruppi a capo della protesta. La costruzione della diga sul fiume Omo potrebbe portare alla riduzione o alla scomparsa degli episodi di esondazione del corso d’acqua che, allagando i terreni, li rende fertili. “Il fiume e le sue inondazioni naturali sono un’ancora di salvezza in un’area dove le piogge mancano, in zone dove le tribù vivono molto vicine agli argini”, ha continuato.
Il progetto è in parte stato realizzato, per questo gli ambientalisti stanno cercando di bloccare i finanziamenti per evitare che si raggiunga l’altezza di 800 piedi nella parte conclusiva dei lavori che finora sono stati sovvenzionati dal governo etiope per 1,7 miliardi di dollari e dalla Exim Bank cinese, mentre ci sono trattative aperte con la Banca Africana per lo Sviluppo, con la Banca europea per gli Investimenti, con il governo italiano e con la Banca Mondiale.
La situazione attuale dell’Etiopia rivela un bisogno energetico crescente del paese per scongiurare i continui black-out verificatisi ultimamente. Il surplus elettrico dovrebbe venir direzionato verso il Kenya e il Sudan a testimonianza dell’importanza che il progetto rappresenterà per il territorio.