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Giappone: futuro incerto per l’impegno climatico al 2020

Mentre la nazione cerca di venire a patti con il terremoto e lo tsunami, la crisi in corso nella centrale nucleare sembra aver ridestinato il paese del Sol Levante a rivedere le proprie emissioni per il 2020

(Rinnovabili.it) – Sembra ormai certo che il Giappone, volente o nolente, debba rivedere la propria strategia climatica. La crisi nucleare abbattutasi sul paese non potrà, infatti, che ridisegnare le sorti energetiche da qui al futuro prossimo e di conseguenza anche quelli che sono gli impegni di riduzione delle emissioni assunti a livello internazionale. Eppure, un piano non esiste ancora e nonostante l’aumentato bisogno di combustibili fossili, per il ministro dell’Ambiente Ryu Matsumoto il target voluto da Tokyo, – tagliare entro il 2020 i gas a effetto serra del 25% rispetto ai livelli del 1990 – non è stato automaticamente accantonato. “Ci piacerebbe mantenerlo”, ha fatto sapere Matsumoto in una recente conferenza stampa contraddicendo quanto invece all’inizio di questa settimana aveva invece affermato il ministro del Commercio Banri Kaieda, convinto che l’impegno sia ora infattibile o, al limite, procrastinabile.
E solo qualche giorno fa il capo di gabinetto Yukio Edano aveva fatto sapere che non si procederà con nessuna nuova strategia prima d’aver compreso a pieno l’impatto della crisi a Fukushima, certo è che, qualcosa, il Giappone dovrà pur prepararsi a dire in vista dell’attuale incontro Onu sul Clima. Questa mattina hanno infatti preso il via a Bangkok i colloqui sul Climate Change con i delegati di quasi 200 nazioni; uno l’obiettivo principe di questo round di incontri: trovare un modo per superare lo _stand off_ sul futuro del Protocollo di Kyoto.