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Giappone, dal 2013 obbligatorio lo scambio di emissioni

(Rinnovabili.it) – Per ora il documento è in fase di discussione, ma il progetto di cape-and-trade giapponese ha una sua data d’avvio sul calendario: aprile 2013.
Anche il Paese del Sol Levante, dunque, sembrerebbe pronto a lanciarsi nello scambio delle emissioni nonostante rimangano aperte importanti questioni. La bozza dello schema sarà presentata in questi giorni a un comitato di esperti presso il Ministero dell’Ambiente, con il compito di mettere a punto il documento ufficiale entro la fine di quest’anno. Rimangono per ora sul tavolo problemi come la modalità di ripartizione delle quote di CO2, la responsabilità delle emissioni provenienti dalle centrali elettriche e l’eventualità di collegare o meno il sistema con quelli analoghi esteri.
E se da una parte è sicuro che i grandi inquinatori dovranno sopportare il peso della nuova regolamentazione, qualche concessione verrà fatta alle industrie ad alta intensità di carbonio che si troveranno a dover affrontare la concorrenza internazionale e ai settori a basso tenore di CO2, come ad esempio i centri di produzione di moduli fotovoltaici. Una mossa perfettamente in linea con le intenzioni dell’ex-governo Hatoyama che aveva promesso di tagliare le emissioni di gas serra del Giappone *del 25 per cento rispetto ai livelli del 1990 entro il 2020* e magari cedere così a qualcun altro la palma del quinto maggiore emittitore di gas serra al mondo. Nonostante le nuove elezioni abbiano cambiato le carte in tavola e fatto abbandonare dal parlamento il disegno di legge sul clima, il primo ministro Naoto Kan ci tiene a far sapere che sarà perseguita comunque una linea politica “salva ambiente”, in cui rientra anche la recente proposta da parte del Ministero del Commercio di un aumento delle tasse sui carburanti fossili a partire da aprile del prossimo anno.

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