Spegnere le centrali nucleari potrebbe voler dire ricorrere a combustibili fossili per almeno due anni per garantire alla popolazione l'energia necessaria, con un aumento della CO2 calcolato in 80 milioni di tonnellate per l'intero biennio
(Rinnovabili.it) – La Germania lo conferma, chiuderà le centrali nucleari. Ma dopo l’euforia del momento c’è chi si è messo a fare i conti delle emissioni che potrebbero essere rilasciate in atmosfera qualora il paese, per far fronte ai bisogni energetici della popolazione, tornasse ad utilizzare combustibili fossili.
Si parla quindi di un aumento annuo di circa *40 milioni di tonnellate di diossido di carbonio*, con la possibilità che si vada ad incrementare la domanda europea dei crediti di carbonio.
“A lungo termine verrà aumentato il consumo di energie rinnovabili e gas ma per quest’anno e per il prossimo vedremo certamente un aumento del consumo di carbone” ha dichiarato l’analista di Barclays Capital, Amrita Sen.
Nonostante i pareri favorevoli di ambientalisti e degli antinuclearisti la preoccupazione che gli inquinanti aumentino è reale: gli analisti hanno infatti paventato l’ipotesi che il surriscaldamento globale aumenti a causa di un incremento delle emissioni pari a quanto prodotto ogni anno dalla Slovacchia nel caso in cui, per arrivare alla produzione necessaria, la Germania impieghi gas e carbone, altamente pericolosi per l’ambiente e più inquinanti, sul fronte dei gas serra, rispetto alle centrali nucleari.
Le stime realizzate a seguito della dichiarazione del Cancelliere tedesco Angela Merkel hanno inoltre preventivato una spesa di circa *10 miliardi di euro* necessari all’adeguamento della rete elettrica nazionale, utili per la realizzazione di *3.600 chilometri di linee elettriche* entro il 2020 che serviranno per collegare i progetti di energia rinnovabile alle infrastrutture di servizio in modo da garantire ai consumatori l’energia di cui necessitano quotidianamente e, al contempo, a garantire la stabilità della rete.