(Rinnovabili.it) – Potrebbe essere una vera e propria miniera d’oro quella nascosta nelle profondità del sottosuolo giapponese. Una ricchezza energetica tanto grande, quella geotermica, che potrebbe fare del Giappone la nazione leader al mondo nello sfruttamento dell’energia della terra. A sostenerlo è stato oggi un illustre esperto e ambientalista americano che ha affermato che la nazione potrebbe conquistare la vetta dei Paesi produttori di energia geotermica a condizione che sappia potenziare lo sviluppo di tutto il comparto. Intervenendo a una conferenza Lester Brown, presidente del US-based Earth Policy Institute, ha infatti specificato che “Il Giappone potrebbe fare dell’energia geotermica il centro della sua politica energetica come gli Stati Uniti o la Cina stanno facendo con il vento”. Brown ha inoltre sottolineato come, ad oggi, non ci sono paesi industrializzati che possano disporre di un consolidato settore di produzione di energia da fonti geotermiche e che la sfida per i nipponici sarà nei prossimi anni puntare tutto su tecnologia e finanziamenti.
La posizione energeticamente fortunata del paese, collocato al crocevia di quattro placche tettoniche e in particolare su quello che viene definito “l’anello di fuoco del Pacifico”, se da una parte lo espone a violenti terremoti ed eruzioni vulcaniche dall’altra potrà assicurare alla nazione energia sufficiente ad alimentare buona parte del territorio.
Sviluppare impianti geotermici potrebbe determinare per il Giappone un drastico taglio delle emissioni, ma allo stesso tempo potrebbe consentire alle aziende giapponesi del comparto di svolgere un ruolo di guida a livello mondiale nello sviluppo di queste risorse. Un passo in avanti decisivo sulla strada dell’obiettivo della riduzione del 25% entro il 2020 dei gas serra, dal momento che questo pese è il quinto nella classifica mondiale per il tasso elevato di emissioni dannose in atmosfera. Attualmente il paese dipende fortemente dalle importazioni di petrolio e di altre risorse. Pur sfruttando l’energia delle sorgenti calde la maggior parte viene destinata al settore turistico e ancora l’energia geotermica rappresenta solo lo 0,3% del mix energetico giapponese.