“E’ grave che un comitato che raggruppa così tante associazioni, anziché cercare il confronto con la Regione decida di accusarla in modo tanto pesante”. Esordisce con queste parole l’assessore all’ambiente Anna Rita Bramerini rispondendo a quanto dichiarato dal Coordinamento provinciale dei Comitati e delle Associazioni ambientaliste stamani nel corso di una conferenza stampa. Il comitato accusa la Regione Toscana di aver manipolato, attraverso l’Ars, l’agenzia regionale sanitaria, i dati dello studio epidemiologico condotto dalla stessa Ars in collaborazione con la Fondazione Monasterio per “ingannare – dicono – i cittadini e i sindaci”.
“Ebbene – prosegue Bramerini – sarebbe stato più serio, corretto e nell’interesse per cui quei comitati si battono, scegliere la strada del confronto, anche tecnico, al quale la Regione non si è mai sottratta avendo sempre gestito la partita della geotermia con trasparenza. Prova ne è il fatto che tutti gli studi, questo compreso, sono stati pubblicati sul nostro sito perché non abbiamo nulla da nascondere. E se poi questi comitati ritengono che la Regione Toscana sia responsabile delle accuse che le vengono rivolte, li invitiamo a fare una denuncia all’Autorità giudiziaria”.
“Il rapporto a nostra cura – interviene Fabrizio Bianchi della Fondazione Monasterio del Cnr, uno degli estensori dello studio epidemiologico – è molto articolato e necessariamente una sintesi non può soffermarsi su tutti i dettagli dei risultati, ma si concentra sugli aspetti ritenuti principali. La sintesi a cura dell’Ars è stata condivisa dagli autori dello studio che la ritengono adeguata allo scopo, e che deve essere intesa in senso riassuntivo e non sostitutivo del rapporto integrale”.
La Regione, fanno sapere insieme l’assessore Bramerini e l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia, ribadisce la propria disponibilità ad approfondire il confronto con chiunque voglia affrontare la questione in maniera seria, a maggior ragione perché di questione seria si tratta. Ma non si prestano a buttarla in chiassosa demagogia come vogliono fare questi comitati che mistificano, loro sì, il lavoro della Regione con l’intento di delegittimare l’istituzione. “Se le premesse sono queste – puntualizzano Bramerini e Scaramuccia- ci riserviamo di valutare le forme che riterremo più opportune per tutelare l’immagine della Regione e di Ars”.
“Ci fa piacere – continuano poi – che questo studio epidemiologico anche da loro sia stato finalmente riconosciuto come serio e il primo completo sull’argomento. Come abbiamo già annunciato, la Regione, coinvolgendo entrambe gli assessorati, si è impegnata a proseguire gli approfondimenti sulla popolazione amiatina proprio per chiarire quegli elementi che lo studio evidenzia come argomenti di attenzione”.
Quanto alle altre questioni sollevate dai comitati, come le Valutazioni di impatto ambientale, Bramerini ribadisce che sono in corso la Via sul riassetto di Piancastagnaio che, se conclusa positivamente, porterà anche alla chiusura della centrale di PC2, la più obsoleta e inquinante, e quella della centrale di Bagnore 4 “rispetto alle quali, contrariamente a quanto affermato dai comitati, ci preme fin da ora sottolineare che verranno certamente valutati gli effetti cumulativi degli impatti ambientali. Non può essere altrimenti. Mai la Regione Toscana ha barattato la salute dei cittadini con gli aspetti economici. Tanto che sull’Amiata, per chiarire la questione complessa della geotermia, in questi ultimi tre anni sono stati condotti vari studi, è stato istituito il Comitato tecnico per la geotermia e finora non è stata rilasciata alcuna autorizzazione perché gli impegni assunti con le istituzioni locali prevedono che solo al termine di questi approfondimenti vengano fatte le scelte conseguenti”.
“Concludo – infine dice Bramerini – riguardo al fatto che secondo i comitati avrei minimizzato il numero dei decessi. Non è vero. Quando Barocci dichiarava alla stampa che i decessi in eccesso sull’Amiata erano 535, abbiamo ribadito, tramite l’Ars, che nel suo articolo “c’era una macroscopica imprecisione e cioè i decessi in eccesso non erano 535, ma 99 (+ 131 nei maschi e – 32 nelle femmine) nei sette anni del periodo 2000-2006”. Quindi mi sono limitata a correggere un errore grossolano di Barocci non a dare un giudizio sul numero, come strumentalmente mi viene fatto dichiarare”.