Catricalà: “Permangono distorsioni derivanti dal fatto di sovvenzionare la produzione di energia elettrica da fonti assimilate e non rinnovabili in misura di gran lunga maggiore rispetto a quelle rinnovabili”
Si è svolta oggi l’audizione alla Camera del Presidente dell’Autorità Antitrust, Antonio Catricalà, sull’incentivazione di energie rinnovabili e assimilate, il cosiddetto sistema CIP 6. Il Garante della concorrenza e del mercato ha messo in luce i miglioramenti apportati dalle ultime novità legislative, ma ha anche tenuto a sottolineare le “distorsioni” ancora presenti all’interno e dovute ad un’eccessiva estensione del sistema nei confronti di quelle che vengono definite ‘fonti assimilate’ rispetto a quelle rinnovabili. “Nel 2007 il costo per il Gestore servizi elettrici (Gse) è stato di 3 miliardi e 746 milioni di euro per l’energia ritirata da fonti assimilate e di 1 miliardo e 482 milioni di euro per l’energia da fonti rinnovabili; è rimasto il problema derivante dalla lunghezza delle convenzioni e soprattutto il problema della rilevante differenza tra il prezzo di ritiro da parte del Gse e il prezzo di cessione al mercato”. Uno sbilanciamento che secondo Catricalà graverà sui consumatori finali almeno altri 7-10, vale a dire fino al termine della scadenza delle convenzioni, anche se l’incidenza tenderà a diminuire. In concreto per il Garante “l’incentivo non è andato a sostenere prioritariamente lo sviluppo delle fonti rinnovabili vere e proprie, né ha consentito di premiare le imprese più efficienti” tuttavia è stato in grado di rispondere a specifiche carenze di produzione del nostro sistema elettrico.
Concludendo il presidente dell’Antitrust ha dichiarato: “Opportuni, dunque, gli interventi legislativi volti, da un lato, a circoscriverne l’operatività e, dall’altro, a delineare nuovi e più efficienti strumenti incentivanti. L’emergenza rifiuti ha imposto l’adozione di intereventi efficaci che possono richiedere la specifica finalizzazione degli incentivi”.