Pannelli solari, come refurtiva, colpi per circa sei milioni di euro e una banda di marocchini che depredava campi fotovoltaici di notte
Cronaca nera che entra nel mondo delle rinnovabili. Per la verità c’era già stata in Sicilia l’infiltrazione mafiosa nelle realizzazione di parchi eolici (vedi il nostro articolo “L’ombra della mafia sull’eolico”:https://www.rinnovabili.it/lombra-della-mafia-sulleolico-sicliano-otto-arresti-520102). Qui invece si tratta proprio di “nera” vera e propria. Infatti una banda di “soliti ignoti”, poi scoperta e sgominata dalla polizia della Basilicata, composta da extra-comunitari marocchini, rubava pannelli fotovoltaici già installati in aziende e in case private e li spediva in Marocco. La banda aveva portato a termine vari colpi, per un valore totale di circa sei milioni di euro, in varie zone d’Italia.
I furti si verificavano ovviamente di notte, e venivano rubati centinaia di pannelli poi trasportati con su furgoni a nolo e fatti partire per il Marocco dai porti di Genova e di Civitavecchia L’inchiesta, coordinata dal pubblico ministero di Matera, Valeria Farina Valaori, che era stata denominata non a caso «Kyoto», ha portato all’arresto di quindici individui tra cui Mohamed Farsane, marocchino e residente a Grassano (Matera), il presunto capo della banda, e un italiano, Vittorio Rossetti, il titolare del magazzino dove erano stoccati temporaneamente i pannelli rubati. Altri quattro componenti sono tutt’ora ricercati, come pure sono in corso indagini anche in Marocco, per far piena luce su tutta la vicenda.
Insomma pure i ladri hanno capito che l’energia rinnovabile può fruttare bene, speriamo che ne renda altrettanto conto anche chi è preposto alle politiche energetiche del nostro paese.