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Fuel cell: una cura di vitamina C

Passi avanti nel mondo delle pile a combustibile. Stavolta il merito va ad alcuni scienziati della Washington University di St. Louis per aver sviluppato una tecnica con cui realizzare catalizzatori bimetallici che siano efficienti, robusti e due a cinque volte più efficaci di quelli attualmente in commercio. Il lavoro portato avanti dall’ateneo statunitense in collaborazione con il Brookhaven National Laboratory mira ancora una volta a portare questa tecnologia su scala più ampia, riducendo costi ancora proibitivi. A rivestire l’anodo è in questo caso un core di palladio che sostiene delle “braccia” dendritiche in platino, a formare un reticolo esagonale, fissate alla nano-struttura. Gli scienziati hanno sintetizzato questo catalizzatore bimetallico attraverso la riduzione in sequenza dei precursori dei due elementi chimici con acido L-ascorbico (più comunemente noto come Vitamina C) in una soluzione acquosa; il risultato è stato una struttura ampia, robusta e stabile e che ben si presterebbe anche ad applicazioni differenti rispetto le celle a combustibile. I test effettuati, a temperatura ambiente, all’interno di una fuel cell a idrogeno hanno dimostrato che i nanodendriti bimetallici sono due volte e mezzo più efficace rispetto ai normali catalizzatori in platino disponibili sul mercato e cinque volte più attiva rispetto agli altri popolari catalizzatori commerciali. A 60 °C, vale a dire la temperatura di funzionamento di una tipica cella a combustibile, le prestazioni arrivano quasi a soddisfare gli obiettivi fissati dal US Department of Energy (DOE), spiegano gli scienziati. L’agenzia statunitense ha infatti stimato che per diffondere il successo dei catalizzatori in platino si dovrebbero abbattere i costi riducendo di 4 volte questo prezioso metallo.

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