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Franco Prodi e la lettera dei “dieci” a Mussi

”Mi confesso un po’ sorpreso dell’assunto centrale della Vostra missiva, che cioè cambiamenti climatici irreversibili non siano discernibili e certi. Forse la chiave è in quell’irreversibili. Ma, seguendo da profano la letteratura mondiale, mi pare che sia ormai larghissimamente condivisa la valutazione degli effetti delle attività umane sull’ambiente e i conseguenti cambiamenti climatici”. Questa è un brano della risposta che il ministro dell’Università e della Ricerca, Fabio Mussi, ha dato alla lettera a lui indirizzata da dieci scienziati (Franco Prodi, Paolo Gasparini, Arnaldo Longhetto, Domenico Patella, Renato Santangelo, Antonio Speranza, Alfonso Sutera, Paolo Trivero, Umberto Villante, Guido Visconti) che hanno espresso un dissenso nei confronti della Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici. Anche perché, loro, proprio gli scienziati che si occupano al Consiglio Nazionale delle Ricerche del clima e dell’atmosfera, sembra che alla suddetta conferenza non siano stati nemmeno invitati.
”Egregi Professori, la Conferenza Nazionale sui Cambiamenti Climatici è stata organizzata dal ministero dell’Ambiente – puntualizza il ministro – Mi rammarico del fatto che non sia stata coinvolta una parte della comunità scientifica. Tuttavia una conferenza non chiude la discussione”.
Il testo integrale della lettera degli scienziati del CNR, al momento non è ancora stato comunicato, nemmeno alle agenzie di stampa, e quindi possiamo riportare solo alcune affermazioni e il condizionale è d’obbligo.
Il professor Franco Prodi, direttore Cnr dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima, capofila firmatario nella lettera degli scienziati indirizzata a Mussi, affermerebbe che se si lasciasse che la ricerca in Italia fosse tutta concentrata sui problemi di “adattamento” e “mitigazione”, rispetto ai cambiamenti climatici, vorrebbe dire che si rinuncerebbe alla conoscenza profonda del fenomeno. E questo, sempre a detta del professor Prodi e degli altri firmatari, coinvolgerebbe non solo il ruolo futuro della ricerca sul clima, ma anche le strategie d’azione che hanno ricadute importanti sulle scelte che riguardano l’ambiente e l’energia. Inoltre vorrebbero che Pecoraro Scanio ammettesse l’errore dal momento che, secondo loro, definiscono addirittura “delirante” difendere un infortunio come quello del ministro sull’aumento delle temperature, definito pari a quattro volte rispetto a quello del resto del mondo. E’ quindi un’accusa che non punta il dito solamente sul metodo, ma anche sul merito della conferenza.
Mussi cerca di mediare e aggiunge che ”Ovviamente si tratta di stime e previsioni probabilistiche, entro un certo range. Ma ormai anche i governi più restii a riconoscere il fatto (come quello degli Stati Uniti e della Cina, come ho potuto constatare con il mio omologo cinese venerdì scorso) danno credito all’allarme, alzatosi di livello dopo l’ultimo rapporto Ipcc. Tutto sbagliato? Mi interessa affrontare con voi la discussione. Intanto, farò conoscere la Vostra lettera ai miei colleghi di Governo”. (fonte Rinnovabili.it)

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