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Fotovoltaico, anche PowerSat punta ai satelliti solari

Depositato un brevetto per due nuove tecnologie tutte orientate all’energia solare “spaziale”, perché la corsa all’energia pulita sembra non conoscere confini

(Rinnovabili.it) – Per tutti quelli che avevano giudicato il progetto di “PG&E”:https://www.rinnovabili.it/catturare-lenergia-solare-nello-spazio-pge-ci-crede-401481 un’impresa fantascientifica ecco arrivare dagli Stati Uniti la notizia di un’altra società pronta a puntare sullo spazio per fare il pieno di energia solare. Si tratta stavolta della PowerSat Corp, intenzionata a sperimentare la propria tecnologia fotovoltaica nell’orbita terrestre.
La società ha depositato un brevetto provvisorio in merito a due sistemi realizzati, BrightStar e Solar Powered Orbital Transfer (SPOT), che ha detta degli sviluppatori saranno in grado di far risparmiare milioni di dollari dalle operazioni di lancio e dai costi di gestione.
Il primo di questi utilizza un cluster di centinaia di piccoli satelliti connessi via wireless al posto di un’unica struttura dalle dimensioni più grandi, – concettualmente simile ad un cloud computing – che lavorano in simultanea: in questo modo si stabilisce una maggiore affidabilità senza alterare significativamente le prestazioni del sistema. La seconda tecnologia, Solar Powered Orbital Transfer, utilizza lo stesso modulo solare che viene impiegato per la trasmissione di energia senza fili per alimentare un propulsore elettronico che spinge i satelliti dalla Low Earth Orbit, 200 – 2.000 km, a quella geosincrona a 36.000 km.
La società sta attualmente sviluppando un progetto dimostrativo da 10 kW con potenziali clienti ancora anonimi, con la speranza di lanciare entro tre anni il primo sistema a bassa orbita terrestre, per un valore complessivo di 100 milioni di dollari. E entro cinque anni invece, la start-up pianifica di realizzare una partnership con un’utility, un partenariato pubblico-privato che coinvolga il governo o un’offerta pubblica iniziale di aumentare i fondi e puntare all’orbita geostazionaria nel 2015 e alla piena produzione di energia elettrica tra il 2019 e il 2021.

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