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Fiper per i certificati bianchi: alle intenzioni seguano i fatti

(Rinnovabili.it) – Nello scorso mese Fiper aveva inviato una lettera alle Autorità per denunciare una questione che si va trascinando da tempo e che coinvolge tutti gli operatori che gestiscono impianti di cogenerazione e teleriscaldamento alimentati a biomassa.
Nel dicembre 2008 il Consiglio di Stato confermò la sentenza del TAR che, dando ragione al ricorrente, approvava la necessità di riconoscere un maggior numero di certificati agli impianti rientranti nelle schede 21 e 22 dell’Autorità. Tuttavia, ad oltre un anno dalla sentenza definitiva, ricorda la Federazione, “non è stata pubblicata una versione aggiornata delle schede citate, nonostante un documento di consultazione datato 17 aprile 2009”, rendendo impossibile il riconoscimento dei certificati dovuti e la successiva commercializzazione. L’Associazione ritorna sulla questione a conclusione del Convegno promosso da Amici della Terra, che ha riportato fra i numerosi interventi proprio quello dell’Aeeg sulla promozione di tali titoli nel comparto termico.

”Apprendiamo con stupore le dichiarazioni del Presidente Ortis – esordisce Righini, presidente della Fiper – Se l’Autorità per l’energia sta intensificando il suo impegno a favore del meccanismo certificati bianchi applicato al comparto termico, perché non ha ancora emesso le nuove schede 21-22 e non ha fornito alcun tipo di risposta all’S.O.S. lanciato da Fiper nella lettera inviata il 18 Marzo 2009 direttamente al Presidente Ortis? Sono bloccati da 2 anni, più di 100.000 titoli degli associati Fiper per un valore commerciale di circa 7 milioni di Euro”.
Passare dalle dichiarazioni di intenti ad azioni concrete e programmate per il presidente del Fiper diviene un treno da non perdere “altrimenti il comparto termico da rinnovabili non potrà esprimere al meglio il suo ruolo per il conseguimento degli obiettivi nazionali della Direttiva 20-20-20”.
L’intervento della Federazione durante il Convegno ha peraltro messo in evidenza la necessità di adottare a livello nazionale standard europei per i biocombustibili solidi che facilitino lo scambio, sviluppino nuovi mercati e garantiscano l’approvvigionamento di materia prima e nel contempo una maggiore tipizzazione dei combustibili e una innovata qualità delle caldaie a favore di una rinnovata efficienza ed una riduzione delle emissioni. Tra le priorità, come sottolineato predisposto ultimamente anche dalla Commissione Europea, anche la definizione di criteri che premino l’uso delle biomasse a basso impatto ambientale, senza dimenticare che per lo sviluppo delle piene potenzialità del settore sarebbero necessarie misure finanziarie ad hoc come mutui a lunga scadenza (15-20 anni) per le reti di teleriscaldamento, detrazioni fiscali in funzione dell’efficienza delle caldaie, fondi di garanzia per la forestazione, Iva al 10% per il cippato.

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