E’ giunta dunque al termine la prima fase della sperimentazione di colture energetiche avviata dalla cooperativa Silvium Giovanni XXIII di Gravina in Puglia in collaborazione con il Dipartimento di Scienze delle Produzioni Vegetali (DSPV) della Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Bari.
Attraverso questa iniziativa, avviata nell’autunno dello scorso anno, sono state realizzate attività dimostrative su più di 200 ettari di terre della Murgia di proprietà di imprenditori agricoli soci della cooperativa Silvium Giovanni XXIII con l’obiettivo di individuare le colture e le tecniche di coltivazione più adeguate dal punto di vista agronomico ed economico per l’avvio delle filiere agroenergetiche.
Tra le colture oggetto delle attività divulgative oltre al colza, di particolare interesse è risultata la ‘brassica carinata’, pianta originaria degli altopiani etiopici, ideale per la produzione di olio a destinazione energetica, idonea ad essere avvicendata con le coltivazioni cerealicole tipiche del territorio murgiano e capace di migliorarne la risposta produttiva.
«Questa pianta, per le sue caratteristiche agronomiche – spiega Giuseppe De Mastro, responsabile scientifico del progetto per la Facoltà di Agraria – può entrare nelle rotazioni con il frumento duro, si adatta ai nostri ambienti pedoclimatici, permette di ottenere una buona resa in olio e ha una buona resistenza alla deiscenza». «A seconda della meticolosità degli agricoltori nel rispettare le tecniche colturali consigliate – continua De Mastro – il raccolto è variato da una a due tonnellate e mezzo per ettaro ma riteniamo si possa arrivare a produrre fino a tre tonnellate per ettaro».
Il progetto, che in questi giorni ha visto concludersi le operazioni di semina su una superficie di oltre 300 ettari, proseguirà con una seconda fase volta allo studio di un piano di fattibilità per lo sviluppo dell’intera filiera e la realizzazione, nelle aree del progetto vocate alla produzione di biomassa per usi energetici, di impianti di trasformazione e di trattamento dell’olio grezzo.
«Questo progetto – commenta Enzo Tucci, Project Manager per la Cooperativa Silvium – dimostra come l’agricoltura possa fornire un valido sostegno al superamento dell’attuale crisi energetica creando inoltre opportunità economiche per i nostri agricoltori in questa fase particolarmente critica per il mercato del grano.». «Poiché crediamo molto nelle opportunità che riserva l’agroenergia nel nostro territorio – conclude Tucci – la cooperativa Sivium Giovanni XXIII ha sottoscritto un protocollo di intesa finalizzato a costituire il distretto produttivo regionale “La Nuova Energia”, promosso dalla stessa Cooperativa Silvium quale coordinatrice del DIPAL nonché da Confapi Bari e Confindustria Puglia. Lo scopo del distretto è di contribuire, con azioni e misure idonee, alla divulgazione della cultura dell’efficienza energetica e dell’utilizzo di fonti rinnovabili tutto ciò, mediante l’attuazione di un nuovo modello di sviluppo teso a ricercare un connubio armonioso e sostenibile tra territorio e impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili.».
La Società Cooperativa Silvium Giovanni XXIII nasce nel 1994 a Gravina di Puglia dalla fusione di due cooperative agricole del paese, la Silvium (creata nel 1976) e la Giovanni XXIII (nata nel 1965). E’ composta da 769 soci distribuiti in Puglia e Basilicata, in particolare nei comuni di Gravina, Altamura, Bari, Irsinia, Matera e Grottole.
I terreni gestiti dai soci, circa 18.000 ettari distribuiti nelle province di Bari, Matera e Potenza, sono prevalentemente destinati alla produzione di colture cerealicole. I soci conferiscono mediamente circa 200.000 quintali di merci all’anno, stoccati e commercializzati dalla stessa cooperativa. Il 70-80% delle produzioni riguardano grano duro a cui si aggiungono orzo, grano tenero, favino e avena.
Il presidente del consiglio di amministrazione e legale rappresentante è Salvatore Nardulli, mentre project manager dell’iniziativa ‘Distretto agro-energetico appulo-lucano’ promossa dalla cooperativa è Enzo Tucci.