L’assessore all’Urbanistica Ferrari presenta oggi in commissione Assetto e uso del territorio il piano di riordino dei distretti della zona Nord. Fra Reggio e Correggio il comparto sovracomunale di nuova generazione: qualità per i lavoratori e l’ambiente.
Nuove aree industriali ‘ecologicamente attrezzate’, cioè dotate di servizi e soluzioni tecnologiche in grado contenere al minimo l’impatto ambientale, garantire qualità ed efficienza delle infrastrutture, dei servizi alle imprese e al personale che in queste opera. Riqualificare progressivamente gli ambiti produttivi esistenti. Contenere la dispersione degli insediamenti produttivi, fenomeno che è andato accentuandosi nell’ultimo decennio raggiungendo, in provincia di Reggio, i 181 ambiti con un’estensione superiore a due ettari. Tali poli produttivi dovranno essere sovracomunali, quindi a valenza provinciale. Sarà quindi necessario indirizzare le imprese e gli investimenti su un numero limitato di aree a valenza strategica, sulle quali concentrare e investire servizi, infrastrutture, infostrutture e dotazioni ambientali. Sono gli obiettivi principali contenuti nel quarto obiettivo del preliminare di Piano strutturale comunale, ‘La città si ammoderna’. Il tema è stato illustrato agli operatori economici, al mondo delle professioni e ai rappresentanti delle istituzioni nel corso della seconda Conferenza di pianificazione e sarà presentato oggi alla commissione consiliare Assetto e uso del territorio, dalle ore 17,30 in sala Gruppi.
“Per contenere l’eccessiva diffusione degli insediamenti industriali – dice l’assessore all’Urbanistica Ugo Ferrari – Comune, Provincia e associazioni di categoria concordano sulla necessità di indirizzare le imprese e gli investimenti su un numero limitato di aree di valenza strategica sulle quali investire in termini di servizi, infrastrutture, info-strutture e dotazioni ambientali. Reggio candida due aree: quella ‘storica’ di Mancasale e l’area intercomunale Gavassa-Prato. Se per Mancasale si pone il problema del completamento della sua riqualificazione, in ragione delle novità logistiche che interessano la zona nord della città, Gavassa rappresenterà un’area produttiva di nuova generazione, una delle esperienze avanzate in regione sul versante delle aree ecologicamente attrezzate”. Un progetto che, in sede di Conferenza di pianificazione, è stato fra l’altro apprezzato da Patrizia Bianconi della Direzione generale Ambiente della Regione.
*Il modello ‘Gavassa-Prato’*
La valenza ecologia delle nuove aree produttive è data, fra l’altro, da una più contenuta edificabilità, quindi da un minore ‘consumo’ di suolo e da una sua minore impermeabilizzazione, e una maggiore porzione di verde sulla superficie fondiaria.
“Nei decenni scorsi – prosegue l’assessore Ferrari – nelle zone produttive, ogni 1.000 metri quadrati di area si poteva costruire per 600-700 metri quadrati: nel caso dell’area Gavassa-Prato, che ha un’estensione complessiva di 58 ettari, ci si fermerà a 400 metri quadrati; il verde era circa il 10 per cento della superficie fondiaria e in diversi casi non veniva nemmeno allestito o acquisito al patrimoni pubblico: nel caso di Gavassa il verde privato ed il verde pubblico supereranno il 40 per cento della superficie territoriale, con la messa a dimora di circa 3.000 essenze”.
Il lavoro integrato sui Piani particolareggiati dell’area di Gavassa ha già condotto alla previsione di un unico collettore per le acque nere, una progettazione unitaria delle reti tecnologiche, delle fasce verdi e di ambientazione, degli accessi e della mobilità interna. Sono inoltre previsti spazi collettivi, servizi e centralità per rispondere ai bisogni delle imprese e dei futuri lavoratori, ad esempio piazze, zone sportive e ricreative, ristorazione, banche, poste, zone per meeting, convegni e rappresentanze. Qualità edilizia ed architettonica, risparmio energetico, uso di fonti rinnovabili, contenimento delle emissioni inquinanti in atmosfera, dotazione di infrastrutture, adeguata cablatura, banda larga, efficace trasporto pubblico e piste ciclabili devono caratterizzare gli interventi.
Alla base di questa riflessione c’è l’idea di creare un ‘luogo della produzione’ innovativo, che rappresenti un importante strumento per lo sviluppo e l’innovazione del sistema delle piccole e medie imprese reggiane, dotandole delle infrastrutture fondamentali e dei servizi adeguati per poter dar vita a una vera e propria ecoefficienza del sistema produttivo: basti pensare al nuovo asse a scorrimento veloce Reggio-Correggio-A22 o ai fattori trainanti che stanno alla base del processo di produzione, distribuzione e riutilizzo delle fonti energetiche che si dovranno attivare all’interno di questa area produttiva.
Un approccio qualitativo che sancisce la nascita di un polo ad alta qualità ambientale, caratterizzato da un forte indirizzo di prevenzione dell’inquinamento incentivando le imprese a realizzare gli obiettivi ambientali prestabiliti.
“Gli obiettivi contenuti nel Psc, per quanto riguarda i Poli produttivi – prosegue Ferrari – rispondono alle esigenze del mondo economico-produttivo e sono pienamente coerenti con gli obiettivi che si è data l’Amministrazione comunale nel Piano poliennale di attuazione 2006-2009. Tali obiettivi corrispondendo in particolare alle esigenze delle imprese locali che devono ampliarsi e riconvertirsi; queste vengono indirizzate in aree strategiche, dotate dei servizi e della qualità necessaria per meglio competere in campo nazionale ed internazionale. Alta qualità ambientale, ecologica ed architettonica, sicurezza e salubrità degli ambienti di lavoro, soluzioni tecnologiche avanzate: è questo l’altro importante fronte che con gli operatori, il mondo delle professioni e delle imprese, abbiamo aperto e stiamo cercando di perseguire con determinazione”.
*Il futuro di Mancasale*
Per il polo produttivo di Mancatale, spiega l’ingegnere Maria Sergio, dirigente del servizio Pianificazione e qualità urbana del Comune di Reggio, “è prevista una riqualificazione in ragione delle novità logistiche che interessano la zona nord della città. Mancatale è un insediamento strategico, quanto lo sarà Gavassa-Prato, per riorganizzare e risolvere il problema della dispersione degli insediamenti produttivi, riconcentrandoli a nord della città. Gli ambiti produttivi nella zona Sud possono essere infatti considerati saturi. Un’eventuale estensione del polo produttivo di Mancatale in direzione nord potrà avvenire a condizione di evitare al saldatura urbana con Bagnolo. Quindi, un corridoio ecologico, il cui baricentro sia l’asta del torrente Rodano, verrà garantito”.
“Tali previsioni – prosegue Sergio – valgono per i prossimi 15 anni. Mancatale e Gavassa-Prato dovranno ospitare anche quote derivanti da delocalizzazioni e trovanoragioni nella tendenza, probabilmente duratura nel tempo, di richiedere, da parte di imprese locali che operano nei mercati internazionali, di nuove aree per soddisfare esigenze di accorpamento e funzionalità, di migliore logistica e adeguamento alle più recenti normative di certificazione e di una migliore immagine dell’azienda. A differenza di quanto accaduto in altre realtà, ad esempio il Nord Est, caratterizzato da forti delocalizzazioni delle produzioni all’estero, in Emilia e in particolare a Reggio si è denotato in questi anni un forte radicamento nel territorio delle imprese nate qui, e comunque impegnate anche nei sistemi produttivi esteri”.
*Alcuni dati sullo stato delle cose*
I 13 principali ambiti o gruppi di ambiti produttivi del comune di Reggio Emilia, che hanno una superficie superiore a 20 ettari ciascuno, comprendono quasi i tre quarti delle aree produttive totali. Hanno un’estensione fra 50 e 100 ettari, salvo Mancasale, ambito più vasto, che fa eccezione con i suoi 217 ettari. Su oltre 1.000 ettari complessivi ce ne sono oltre 250 ancora da attuare (circa 70 ettari con Piano urbanistico di attuazione-Pua in itinere) Sono sostanzialmente saturi gli ambiti produttivi a sud della via Emilia e lungo la via Emilia, mentre le potenzialità maggiori per nuovi insediamenti si collocano nell’ambito tutto ancora da urbanizzare di Gavassa-Prato, a confine con Correggio, nella zona nord di Mancasale e in alcune aree lungo viale Martiri di Tien An Men.
L’offerta insediativa residua dell’attuale Piano regolatore generale (Prg) sulla base dei dati stabiliti nel Piano poliennale di attuazione (Ppa) 2006-2010:
– 65.500 metri quadrati di Superficie utile edificabile quale quota residua di Pua già inseriti per un’attuazione parziale nel precedente Ppa 2001-2005 e approvati;
– 500.000 metri quadrati di Superficie utile edificabile in nuovi Pua posti in programmazione per il quinquennio 2006-2010;
– 440.000 metri quadrati di Superficie utile edificabile rinviati ad una fase di programmazione successiva al 2010;
per un totale di circa 1.000.000 metri quadrati.