Rinnovabili

Fatti Sentire, la mozione “Agricoltura fotovoltaica” approda in Consiglio

Il suolo è una risorsa dal valore inestimabile che deve essere protetto e senza il quale la vita degli ecosistemi terrestri non potrebbe essere sostenuta. Nonostante l’importanza che lo fa essere al pari dell’acqua e dell’aria una risorsa fondamentale, limitata e irriproducibile, il suolo è anche una delle risorse più vulnerabili sulle quali l’uomo sta avendo grandissimo impatto. Si assiste alla moltiplicazione di richieste per la creazione di grandi impianti fotovoltaici a terra che, oltre a deprimere fortemente la biodiversità, comportano una riduzione di spazio, peraltro già compromesso dalla forte antropizzazione del nostro Paese. Tali pratiche presentano una contraddizione di fondo: quella di ricorrere ad una fonte energetica rinnovabile consumando un’altra risorsa non riproducibile, il suolo. La creazione di grandi impianti su suoli agricoli determina un grave squilibrio nel mercato degli affitti agrari e deprime il senso profondo dell’agricoltura. Questi impianti fotovoltaici potrebbero tranquillamente essere installati su tetti, capannoni, aree dismesse, terreni incolti, realizzando quella che Rifkin e Lester Brown chiamano “democrazia energetica”. Cioè tanti piccoli impianti che fanno energia in primis per le famiglie in modo indipendente, invece che grandi reti e grandi produttori che centralizzano la gestione. Con questa mozione la Lista Civica Fatti Sentire chiede di modificare l’attuale regolamento edilizio in modo da escludere rigorosamente la realizzazione di impianti di pannelli fotovoltaici su terreni agricoli/liberi; di incentivare e supportare le imprese agricole su un razionale utilizzo del fotovoltaico, in particolare implementando l’installazione sui tetti, per evitare di consumare terreno; di sensibilizzare e supportare le aziende industriali, artigianali e commerciali ad impiantare la tecnologia fotovoltaica sui tetti dei propri capannoni (i pannelli di ultima generazione, integrati nei tetti, hanno un impatto visivo minimo ed inoltre la posa degli impianti permetterebbe anche la contestuale rimozione/sostituzione di molte coperture in eternit, ormai obsolete e almeno parzialmente degradate). Il fotovoltaico deve essere sensatamente installato su superfici già compromesse in termini di suolo perso, quali tetti di case e capannoni, aree adibite a parcheggio, altre superfici. Solamente una volta sfruttate tutte le opportunità di questo tipo, ci si potrà indirizzare verso ex cave ed ex discariche, se non prioritariamente recuperabili a zone umide o a verde; modificare eventuali vincoli urbanistici che vietino o osteggino l’installazione di pannelli fotovoltaici/solari sui tetti delle abitazioni comunali, disciplinandone l’utilizzo corretto.

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