Il progetto ‘Fabbriche d’energia’ raddoppia e, dopo Gabolana, dove ormai sono in fase avanzata non solo la progettazione ma anche l’aspetto economico e occupazionale, avvia la fase di start-up per la zona del Macrolotto di Oste. Si comincerà subito con la ‘call’ per le aziende, è già allo studio un documento da inviare alle imprese con tutte le informazioni utili, concordato dai partner del progetto, cioè Provincia, Comune di Montemurlo, Unione industriale, Cna e Confartigianato.
“Vogliamo lanciare subito un appello forte alle imprese della zona perché colgano un’opportunità per il territorio che è anche, e lo sta dimostrando la prima fase partita a Gabolana, modello di sviluppo sostenibile – dicono gli assessori all’Ambiente Stefano Arrighini e allo Sviluppo economico Edoardo Nesi – L’interesse degli imprenditori del resto si è già manifestato, molti hanno telefonato e contattato i vari partner e lo sportello Spes per chiedere notizie e modalità di adesione. E sul progetto che riguarda Montemurlo vogliamo accelerare perché applicando il modello costruito per Gabolana possiamo abbattere i tempi di realizzazione”.
“Da un problema vogliamo creare un’opportunità – aggiunge il sindaco di Montemurlo, Mauro Lorenzini – Fabbriche d’energia per noi è un progetto molto importante, fortemente voluto, insieme alla Provincia, anche dall’amministrazione comunale. Certamente questo è un momento particolare di crisi, ma all’orizzonte s’intravedono spiragli positivi e questa iniziativa contribuisce a dare al territorio un segnale di sviluppo che va nella giusta direzione”.
Il primo tavolo operativo di Fabbriche d’energia per Montemurlo si è riunito mercoledì scorso nella sede della Provincia con l’obiettivo di realizzare l’intervento nell’area industriale del Macrolotto di Oste. Oltre alla Provincia e al Comune di Montemurlo, erano presenti i rappresentanti dell’Unione Industriale, di Confartigianato e di Cna ed alcuni tecnici che hanno lavorato allo studio di fattibilità di Gabolana. Il percorso che si è concordato di intraprendere ricalca le orme di quello utilizzato per il progetto-pilota, sfruttando positivamente l’esperienza già maturata a Vaiano. A breve, non appena pronti, saranno inviati alle aziende industriali e artigiane dell’area l’invito a partecipare e un’ampia documentazione sul progetto, in modo da raccogliere le manifestazioni d’interesse delle imprese e promuovere in tempi brevi la costituzione di un consorzio tra di esse. Come già è accaduto a Gabolana, sarà il Consorzio ad affidare lo studio di fattibilità, che quantificherà i fabbisogni energetici ed identificherà il giusto mix energetico da utilizzare per la nuova area (fotovoltaico in sostituzione dei tetti in amianto, eolico, biomasse ecc.).
Fabbriche d’energia, progetto elaborato dal Tavolo di Distretto, intende puntare al sostegno all’economia industriale del distretto attraverso la green economy. Grazie ai vantaggi dati dall’aggregazione le imprese possono scommettere sulla produzione di energia attraverso fonti alternative usufruendone in termini di risparmi, ecosostenibilità, e immagine. L’obiettivo è riqualificare, e quindi rendere più competitiva, un’area produttiva, che necessita di un elevato fabbisogno energetico, puntando sulla produzione di energia derivante da fonti alternative come fotovoltaico, biomasse o mini-idro. L’ossatura del progetto è l’aggregazione fra imprese, fra pubblico e privato, per dar vita a un soggetto gestore che si occupa della fattibilità degli interventi e poi della successiva progettazione e realizzazione. Il distretto di Prato ogni hanno paga una ‘bolletta’ di 600 milioni di euro, la scommessa è proprio quella di trasformare le aziende da consumatori a produttori di energia.