(Rinnovabili.it) – La Ue ha il dovere di impegnarsi di più sia sul fronte politico che su quello normativo per garantire un più ampio e sollecito sviluppo delle fonti rinnovabili, soprattutto quelle provenienti dal vento. Il riferimento è soprattutto agli impianti off shore che sono stati progettati nel Mare del Nord che, nel loro insieme, sarebbero in grado di erogare fino al 10% dell’energia nei paesi dell’Unione, con un taglio delle emissioni nocive di circa duecento milioni di tonnellate all’anno.
A rivolgere questo richiamo all’Unione Europea è l’Ewea (European Wind Energy Association). A maggio sono stati infatti erogati dal parlamento dell’Unione oltre 560 milioni per l’eolico off-shore (su cinque miliardi totali di stanziamenti). Questo però, secondo l’Ewea non basta. E’ infatti importante che tali programmi possano procedere speditamente, se necessario anche con un iter legislativo e applicativo che goda di una sorta di corsia preferenziale. L’appello è la conseguenza dell’insoddisfazione degli addetti ai lavori che imputano alla lentezza delle procedure legislative la reale disponibilità dei fondi in tempo utile.
Questi finanziamenti che potrebbero fornire una spinta concreta all’incremento della industria eolica marina nell’Europa, porterebbero con sé anche dei benefici in termini occupazionali e quindi sociali.