(Rinnovabili.it) – Lame più grandi per un risparmio maggiore. Sembra essere questo il succo dello studio redatto dall’ETI, l’Energy Technologies Institute, che ha appena terminato il documento sull’eolico dal titolo *Helm Wind*, studio effettuato per capire in che modo portare i costi dell’eolico off-shore alla pari con quella onshore, con l’abbattimento dei prezzi sia per quanto riguarda le componenti sia i prezzi dell’energia elettrica prodotta.
Turbine di grandi dimensioni e altre innovazioni tecnologiche potrebbero infatti tagliare di un terzo i costi, come confermato da uno studio governativo interessato ad abbassare i costi dell’off-shore. L’ETI pubblicherà proprio oggi i risultati del documento Helm Wind guidato dalla E.On, gigante energetico, con la speranza di sfruttare le nuove affermazioni per superare molte delle difficoltà associate alla manutenzione di rotori eolici posizionati in mare, tra cui l’accesso e l’affidabilità della turbina stessa. Il progetto, al quale hanno preso parte anche Rolls-Royce, BP e l’Università di Strathclyde, ha studiato anche ulteriori modalità di riduzione dei costi del capitale legato all’eolico off-shore di circa il 25% con un taglio dei costi operativi del 50%.
A conclusione dello studio l’affermazione che tale tecnologia potrebbe offrire risparmi di circa il 30% rispetto agli attuali impianti off-shore con un ulteriore potenziale risparmio. “Questo progetto ha esaminato tutto, dal diametro del rotore fino alla velocità, il numero di pale, se devono affrontare venti di bolina o di poppa e sulle strutture di sostegno”, ha dichiarato David Clarke, chief executive dell’ETI.
Con l’alto potenziale stimato a carico del comparto eolico si parla di effettivi benefici in termini di riduzione di costi ed emissioni. Da qui il maggiore impegno nel comparto affinchè i vantaggi derivanti dalla produzione di energia elettrica legata allo sfruttamento del vento garantiscano al più presto un minor costo dell’energia e la sicurezza dell’approvvigionamento di cui ha bisogno il pianeta. Per questo c’è bisogno che i costi dell’off-shore divengano competitivi al più presto, per garantire entro il 2050 un aumento della diffusione di parchi del vento fuori costa pari al 98% rispetto ai dati attuali.
“Il progetto ha dimostrato che i miglioramenti potrebbero essere sufficienti e ottenuti attraverso l’innovazione tecnologia per offrire costi dell’energia che siano confrontabili con i costi attuali dell’eolico onshore e ad individuare che la dimensione ottimale per le turbine offshore è significativamente più grande rispetto alle dimensioni attuali” ha specificato Clarke.