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Etanolo, il Brasile lo vuole 100% green

Il Ministro dell'Ambiente Carlos Minc presenta un Piano di riduzione delle terre adibite alla coltivazione di canna da zucchero

(Rinnovabili.it) – Lo sfruttamento delle terre dell’Amazzonia per la coltivazione della canna da zucchero sembra essere diventato un problema sostanziale se, giovedi, il governo brasiliano ha ritenuto opportuno portare avanti la proposta di riduzione del 18% delle terre adibite alla produzione di etanolo e di tutti quei territori ecologicamente sensibili agli impatti dovuti ad un agricoltura intensiva ed invasiva.
Il Brasile è il primo esportatore mondiale di questo biofuel nonchè forte consumatore e uno dei maggiori rifornitori di carburante per il mercato automobilistico del Sud America.
La riduzione consistente delle superfici utilizzate per la coltivazione, che se approvata, comprenderà anche le zone adibite alla produzione di cibo e quelle umide del Pantanal al confine con la Bolivia, permetterebbe, ha detto il Ministro all’Ambiente Carlos Minc, una produzione sostenibile dell’etanolo da canna da zucchero e, inoltre, favorirebbe una “rinascita” della foresta pluviale.
Ad oggi lo Stato sudamericano possiede circa 22 mila acri (9 milioni di ettari) disponibili per la produzione di canna da zucchero ai quali si andranno ad aggiungere ,secondo una stima, altri 6 milioni di ettari per il prossimo anno. Per evitare ciò il Congresso dovrebbe votare le limitazioni imposte dal piano e far si che l’etanolo, come ha detto Minc, diventi al 100% green.