Un primo passo importante verso la produzione commerciale di etanolo e butanolo da scarti vegetali
(Rinnovabili.it) – Scarti forestali, miceti geneticamente modificati e il gioco è fatto: l’etanolo cellulosico diviene meno costoso e più efficiente. La tecnologia è stata realizzata e brevettata dalla start-up svizzera Butalco GmbH e sarà impiegata per produrre biocombustibili da rifiuti agricoli in un nuovo impianto pilota nella Germania meridionale, proprietà del Dipartimento di Scienze degli Alimenti e Biotecnologie dell’Università di Hohenheim. La struttura, che sarà attiva a partire da questa estate, una volta a regime potrà processare sia l’amido che la componente ligneo-cellulosica delle materie prime, aprendo dunque la strada alla seconda generazione di biocombustibili, maggiormente sotenibile rispetto alla prima in quanto non in competizione con il mercato alimentare.
Chiave del progetto i nuovi catalizzatori, ossia lieviti (Saccharomyces cerevisiae) ottimizzati geneticamente dai bio-ingegneri della società, che consentono una resa maggiore nella produzione di bioetanolo fino al 30 per cento essendo in grado di degradare oltre al glucosio (C6) anche zuccheri pentosi (C5), normalmente non processati.
Attualmente Butalco sta definendo tutte le fasi di produzione da idrolisi lignocellulosica al trattamento a valle.