Gli alimenti tradizionali sono senza sapore e senza odore e quasi completamente scomparsi. La Terra è devastata dall’inquinamento e dalla sovrappopolazione. L’acqua e il cibo sono razionati. La natura incontaminata non esiste più e le stagioni si sono ridotte ad una perenne estate. È l’anno 2022, descritto dal film “Soylent green” del 1973 tratto dal romanzo di Harry Harrison “Largo! Largo!” del 1966. Fantascienza o previsione? Con questa riflessione ha avuto avvio l’iniziativa “Vivere sostenibile”, voluta dal comune di Ercolano.
Il 29 e il 30 gennaio, la ricerca, la politica e l’impresa, si sono incontrati e confrontati a Villa Signorini, su un futuro ecocompatibile. Per due giorni, (divisi in due tematiche Nuovi percorsi delle P.A.: dai rifiuti al risparmio energetico la sostenibilità come scelta strategica; Politica, ricerca impresa media: scenari e competenze per lo sviluppo di un modello sostenibile), si sono seduti al tavolo dei lavori sindaci e amministratori, “chiamati a dare suggerimenti e indicazioni concrete – così come si legge sulla brochure- creando un luogo di confronto permanente, un laboratorio di divulgazione ambientale, che diffonda la cultura della sostenibilità, non come rinuncia, bensì come scelta di un nuovo modello.”
Proprio la Città degli Scavi punta a quel nuovo modello, candidandosi come la culla della cultura ambientale. Certo, la questione ambientali in un comune come quello di Ercolano, possono risultare marginali, rispetto ai problemi occupazionali, alla criminalità dilagante, ma l’amministrazione mira ad un profondo processo culturale, che parta anche dal rispetto delle proprie ricchezze, e i risultati della raccolta differenziata lo confermano (raggiunto il 50% in pochi mesi). «Bisogna agire con incisività – dichiara l’assessore all’Ambiente Lino Vitiello – Andremo nelle scuole per aumentare la coscienza ecologista, alla quale dovrà affiancarsi il gusto del Bello. A tal proposito l’amministrazione combatte anche l’inquinamento edile, con abbattimenti di edifici abusivi. Puntiamo inoltre ad allargare gli spazi verdi della città e ad adottare un impianto di illuminazione a basso consumo. »
Presente al dibattito anche il presidente del Parco nazionale del Vesuvio, Ugo Leone. Il presidente, come già dichiarato in una intervista a ilmediano.it, afferma di non demonizzare le discariche in un’area protetta, abitata da milioni di cittadini, quindi consumatori. Ma il Parco non può essere a favore di discariche, come quella di Terzigno, che accoglie qualsiasi tipo di rifiuto, anzi. Leone propone la costruzione di due siti di compostaggio, all’interno dell’area protetta, in modo da riciclare i rifiuti organici, evitando spreco di soldi. «La crisi internazionale ci impone, non di mettere cerotti, da di somministrare una forte terapia al paziente-terra – ha affermato – Sono necessarie soluzioni come il New deal di Roosvelt». Soluzioni che possono essere riassunte in tre punti: attenzione verso i rifiuti e l’ecologia in generale, verso la mobilità e verso l’energia. «Sostenibilità significa riproducibilità dello sviluppo – conclude il prof.Leone – ed il parco del Vesuvio si candida ad essere modello di sostenibilità»
Autore: Rachele Tarantino