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Eolico offshore: per l’Italia percorso difficile ma possibile

Presente incerto, ma previsioni positive per il futuro. Questa in sostanza la condizione dell’eolico offshore in Italia fotografata dall’EWEA, European Wind Energy Association, che sottolinea come sul territorio nazionale la portata dell’offshore è talmente ridotta da non coprire nemmeno un piccolo spicchio della torta del mercato dell’Unione Europea. Il quadro, tuttavia, dalle previsioni dell’EWEA dovrebbe cambiare da qui al 2015, e potrebbe portare l’eolico offshore nazionale a coprire il 2% dell’intero mercato comunitario arrivando a produrre 827,08 MW. Sensibile incremento della produzione anche per Finlandia e Belgio che passeranno dal 2% al 4% e per l’Irlanda dall’1% al 2%. Tutt’altra invece la situazione per la Gran Bretagna che con i suoi parchi offshore operativi nelle acque comunitarie attualmente copre il 39% del mercato, ma che nel 2015 vedrà scendere la sua porzione al 23% cedendo la posizione di leader alla Germania che, a sua volta, con il suo attuale 1% passerà rapidamente al 30%. Stessa sorte della Gran Bretagna toccherà, sempre secondo le stime, alla Danimarca e all’Olanda con il loro attuale 28% e 17%, ma che vedranno ridursi le loro percentuali del 25% e del 9% rispettivamente. Quanto alla Svezia, la sua posizione dovrebbe restare stabile al 9%, mentre per quanto riguarda i nuovi ingressi dovrebbero esserci la Spagna con il 5% e la Francia con il 3%. In sostanza, quindi, l’EWEA prevede un forte cambiamento per quanto riguarda il mercato dell’offshore nei prossimi anni, disegnando un quadro più variegato, stimato a 13 Paesi, con percentuali maggiormente distribuite, l’introduzione di nuovi Paesi e il miglioramento della posizione di altri che, o come l’Italia attualmente stentano a decollare, o come la Germania hanno intrapreso un cammino in rapida ascesa.

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