Lo scalo di Cuxhaven ha fatto una scelta nel 2007 tutta a favore delle energie rinnovabili e con la probabile messa al bando del nucleare potrebbe ora vivere il suo momento d’oro
(Rinnovabili.it) – Il piccolo porto tedesco di Cuxhaven ha deciso di scommettere sul vento del Mare del Nord per il proprio futuro, promuovendo se stesso come base di assemblaggio per i nuovi impianti eolici off-shore e nel contempo come sito produttivo degli aerogeneratori. Per questo porto di 52.000 abitanti, che una volta viveva grazie agli introiti dell’industria del pesce, la decisione del Cancelliere Angela Merkel alla fine del mese scorso, di rinunciare all’energia nucleare entro il 2022, è manna dal cielo. Con il Parlamento tedesco pronto a votare la messa del bando dell’atomo entro la fine del mese e il governo che ha promesso *5 miliardi di euro per sviluppare il comparto* dell’energia eolica marina, a Cuxhaven si presenta un’occasione d’oro.
La sfida intrapresa da questa città portuale in realtà inizia nel 2007, come racconta l’agenzia di stampa AFP, a causa di una fase di recessione determinata dalla proliferazione delle navi portacontainer giganti che tuttora favoriscono i grandi terminal di Amburgo e Rotterdam. Cuxhaven è stato quindi dotato di un’unità specializzata, con strade e piattaforma di montaggio progettate appositamente per resistere a carichi molto pesanti. Parliamo di turbine alte un centinaio di metri con basi di ancoraggio affondate in acque tra i 20 e i 40 metri di profondità. Il lavoro del piccolo porto e degli altri siti concorrenti che si stanno rapidamente diffondendo – come quello di Bremerhaven nel nord-ovest del paese – è ora più che mai necessario, soprattutto se si guarda all’obiettivo voluto da Berlino sul fronte dell’energia del vento: secondo il target teutonico per il 2030, l’offshore dovrebbe raggiungere una capacità totale di 25 GW, l’equivalente di circa 20 reattori nucleari. Se da un lato il progetto è ambizioso, la tecnologia però è ancora alla sua infanzia in Germania, rimasta indietro rispetto paesi come la Gran Bretagna e i Paesi Bassi, soprattutto a causa delle severe normative.