(Rinnovabili.it) – Il sondaggio Ispo compilato per ANEV mette in luce che l’89% degli italiani “vuole puntare sull’eolico e sulle rinnovabili”. La popolazione quindi si dichiara pronta ad investire nei settori, anche in prima persona nonostante la politica non assista i desideri dei consumatori che guardano alle fonti energetiche rinnovabili come un’opportunità per un futuro migliore che sono disposti a incentivare.
Queste sono le conclusioni a margine della pubblicazione del sondaggio presentato oggi dal Prof. Renato Mannheimer al Convegno “Il vento fa il suo giro” tenutosi in occasione del Festival dell’Energia di Firenze. Dell’89% degli italiani che si è dichiarato a favore di una rivoluzione delle rinnovabili il 22% si dichiara favorevole ad un aumento della quota in bolletta pur di dare sostegno alle nuove energie, con particolare interesse verso gli impianti di sfruttamento del vento. La domanda che è sorta *Gli italiani sono pronti, ma l’Italia?* ha messo in luce le carenze politiche che secondo gli aderenti al sondaggio non stanno assistendo lo sviluppo del settore né le idee della popolazione. Un contributo, quello della politica, che per il 51% degli intervistati risulta nullo mentre il 37% pensa che qualcosa sia stato fatto anche se nonin maniera sufficiente.
Tra le fonti energetiche inesauribili il vento è la più apprezzata e conosciuta, con solo il 9% della popolazione che ha dichiarato di non conoscerne l’esistenza contro il 50% di quanti hanno dichiarato di non conoscere l’idroelettrico, il geotermico e la biomassa. Oltre a sperare di poter puntare sull’eolico la maggioranza degli italiani crede anche che gli impianti non siano, come molti affermano, pericolosi per la salute delle persone (81%), né che deturpino il paesaggio (63%). Queste affermazioni derivano anche dal fatto che gli italiani sono consapevoli della necessità di concentrarsi sul problema energetico e del bisogno di attivare strategie politiche ad hoc che intervengano direttamente sulla rete elettrica nazionale, al fine di migliorare la distribuzione energetica. Al pari non piace la scelta di aumentare la percentuale di energia acquistata dall’estero.