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Eolico, dopo le polemiche ANEV analizza lo stato di salute del comparto

(Rinnovabili.it) – Dopo le polemiche seguite alla pubblicazione lo scorso 10 novembre da parte de “Il messaggero” di “un articolo”:https://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=126205&sez=HOME_INITALIA che analizzava le “ombre italiane” sul comparto della produzione di energia dal vento nel nostro paese, l’Associazione Nazionale Energia del Vento, con una nota ufficiale, ha voluto ribadire oggi la sua posizione, contestando quelle che ha ritenuto “falsità tecniche”. La replica dell’associazione è stata l’occasione per fotografare la situazione di un settore che ha dovuto fare, ad esempio, i conti con una diminuzione degli incentivi di circa il 40%. ANEV, che ha voluto anche sottolineare come l’Italia non si sia uniformata alla durata ventennale dei Certificati Verdi nei principali Paesi europei, contraendo, al contrario, la durata a 15 anni, non ha mancato di sottolineare anche che i costi dei sistemi di incentivazione degli stessi Certificati non ricadono direttamente sulle bollette elettriche. L’Associazione ha ricordato inoltre come, fin dal fin dal dicembre 2007, con la pubblicazione della legge finanziaria, nessun sussidio pubblico può essere riconosciuto agli impianti eolici che godono di Certificati Verdi.

Altrettanto puntuale è stata anche l’analisi sulla produzione elettrica da energia eolica in Italia, che per l’associazione non è da considerare “insignificante”, avendo già raggiunto nel 2009 6,55 miliardi di kWh (equivalenti ai consumi domestici di oltre 8 milioni di persone). Ma anche per ciò che attiene alle royalties riconosciute ai comuni nelle recenti Linee Guida nazionali l’associazione ha chiarito di aver accolto con favore la loro uniformità su tutto il territorio italiano, avvenuta grazie ad un’azione assolutamente trasparente. Trasparenza che caratterizza anche tutto l’iter di istallazione degli impianti dal momento che, come si legge nella nota “nessuna attività relativa all’installazione di impianti eolici risulta definitiva, addirittura su proposta dell’ANEV vi è già dal 2003 un obbligo di ripristino totale dello stato dei luoghi come condizione preliminare per il rilascio dell’autorizzazione all’installazione degli impianti eolici”.
Altro punto controverso su cui è intervenuta ANEV è l’elevato numero di domande pendenti che individuavano una criticità “oggi spazzate via da una recente delibera (TICA) che le farà automaticamente decadere nei prossimi mesi, salvo che le società private interessate versino fideiussioni per 1 miliardo e 760 milioni di euro all’anno”. Un ulteriore precisazione è stata fornita sul possibile aggiramento dell’obbligo ambientale autorizzando singoli aerogeneratori tramite DIA (dichiarazione di inizio di attività) invece che l’intero parco eolico, un’opzione che per l’associazione non ha alcun fondamento di verità.

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