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Eolico, da che parte soffia il vento turco?

(Rinnovabili.it) – Si è aperto oggi ad Ankara il workshop organizzato dall’European Wind Energy Association (EWEA), in collaborazione con la turca Wind Energy Association (TWEA/TÜREB), occasione per oltre 300 rappresentanti dell’industria, del governo e le imprese nazionali di energia elettrica per discutere del potenziale di sviluppo dell’energia eolica nel paese. Potenziale ancora parzialmente inespresso, anche se la capacità eolica installata della nazione è triplicata nel corso del 2007 passando da 50 MW a circa 150 MW. Ed è triplicata ancora una volta nel corso del 2008 per raggiungere 433 MW installati e portarsi vicino al raddoppio alla fine del 2009 con 801 MW.
L’intenzione annunciata dal governo di puntare all’obiettivo del 30% per le energie rinnovabili entro il 2023 spingerà l’energia del vento fino a 20 GW per la stessa data. “Con una crescita media della domanda energetica dell’8% ogni anno, se l’obiettivo di 20 GW sarà soddisfatto, l’eolico coprirà un quinto della richiesta della Turchia entro il 2023”, ha dichiarato Christian Kjaer, direttore generale della EWEA. “Il vento è pulito, “locale” e, soprattutto, può cominciare a produrre energia in fretta, elemento cruciale per un paese è in forte aumento il fabbisogno energetico”. Secondo il Ministero dell’Energia e delle Risorse Naturali, la nazione ha il potenziale per produrre 160 TWh di energia elettrica (da una capacità di 48.000 MW), che è due volte l’attuale consumo di energia elettrica.
“L’energia eolica è un’opportunità per la Turchia, e la Turchia offre un’opportunità di mercato ad investitori e imprenditori”, ha detto Murat Durak, presidente della TÜREB. “Tuttavia, al fine di sfruttare questo potenziale, le procedure burocratiche di autorizzazione devono essere ottimizzate e il governo deve mettere in atto un quadro giuridico che offra stabilità e certezza a coloro che vogliono investire per i prossimi 15 anni. Con tali condizioni la Turchia avrà enormi vantaggi in termini di sicurezza energetica, occupazione e crescita economica”, ha concluso.

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