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Eolico a Montenotte – scontro tra ecologia, storia e cultura

Il Consiglio comunale di Cairo Montenotte ha recentemente deliberato l’ampliamento della centrale eolica già realizzata nella zona di Montenotte, e precisamente lungo il crinale dei Monti San Giorgio e Bric della Biscia, in pratica quello appenninico prospiciente il mare; fatto che da solo fa intuire il danno all’aspetto paesaggistico della località.
Già per realizzare la prima parte del progetto si sono realizzate delle vere e proprio “autostrade” che hanno letteralmente sventrato quella collina. Ora si proseguirà sull’altra parte, quella di maggiore valore storico in quanto la più interessata dagli eventi bellici della famosa battaglia napoleonica che ha poi reso famoso il nome di “Montenotte”. Tanto famoso da aver spinto, a suo tempo, un illuminato Consiglio comunale di Cairo ad aggiungerlo all’originario nome della cittadina. Se oggi Cairo Montenotte è così conosciuto è proprio grazie a quella deliberazione che volle così ricordare la storica battaglia che, vinta dalle forze francesi, aprì l’Italia a quella che ora tutti considerano la nostra epopea napoleonica (ma che fu, in effetti, una sconfitta per l’Italia).
Oggi quella storia patria si scontra con un male interpretato concetto ecologico, secondo il quale per produrre un poco di ridicola “energia pulita”, si sporca e scempia per sempre quei luoghi con una centrale eolica della cui durata e funzionalità restano molti dubbi (come restano sulle spese e responsabilità per il suo smantellamento al termine della sua funzionalità – che notoriamente non supera i circa vent’anni). Per di più per ipocriticamente potenziare la nostra esigenza di energia elettrica, che in realtà si regge sulle fonti nucleari che ci giungono dalla Francia, e che ci guardiamo bene dal rifiutare. Una foglia di fico “certificata verde” per coprire la vergogna della nostra ipocrisia.
Ipocrisia che giunge al culmine di, da un lato cercare di valorizzare turisticamente l’epopea napoleonica con cartellonistica e progettazioni (sulle quali ci sarebbe molto da dire) e dall’altro annichilendo l’unico vero valore turistico di quell’epopea: i luoghi in cui gli eventi si sono svolti. Ed il crinale del Monte San Giorgio e Bric della Biscia, fino al più noto Monte Negino, sono proprio lo scenario di quella “Battaglia di Montenotte” che si vorrebbe valorizzare. Luoghi che dovrebbero essere preservati e non già violentati!
L’uovo oggi e la gallina domani. L’importante, per i nostri politici, è, al solito, che girino i soldi. Soldi che poi assommerebbero solo a qualche decina di migliaia di euro/annui: una cosa ridicola per una città quale si vanta di essere Cairo Montenotte (mentre il vero business lo fanno le ditte che costruiscono ed installano gli aerogeneratori!). Una città dove la cultura e la storia viene sfregiata e seppellita, come, tra l’altro, è anche evidenziato dal discutibile restauro dello storico Castello.
La Giunta regionale precedente (e l’allora Assessore Franco Orsi in particolare) aveva saggiamente bocciato quel progetto proprio per difendere quei luoghi storici ed i valori paesaggistici e naturalistico dei Boschi di Montenotte; oggi quella supportata dai Verdi, per un distorto concetto di ecologia che confonde la salute pubblica con la Natura, sta completando lo scempio di quei luoghi; luoghi che sono Natura con la a maiuscola, e quindi sì ecologia, ma la vera ecologia, che andrebbe sempre distinta dalla salute pubblica.
La Terra, della cui salvaguardia si è celebrato in tutto il mondo la giornata, è anche il crinale del Monte San Giorgio e Bric della Biscia. E la Terra ha bisogno di luoghi integri, non solo di CO2!
E allora avanti contro la Terra, contro la Natura, con la maschera “ecologica” dell’energia eolica. Chi scrive lo fa utilizzando l’energia nucleare francese, ma con coerenza. Chi si è battuto per avere questa ed altre centrali eoliche in Val Bormida lo fa utilizzando la stessa energia, ma con grande incoerenza, e solamente una limitata foglia di fico grazie alla quale pensa di potersi degnamente presentare al pubblico.
(Franco Zunino)

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