(Rinnovabili.it) – Gli Enti Locali Italiani si dimostrano a favore dell’aumento delle quote di riduzione degli inquinanti suggerendo un 30%, contro l’attuale estandard del 20%, che vada però ad affiancarsi ad un patto delle Regioni e delle Autorità Locali dell’Unione Europea e ad un programma nazionale per il clima. Le linee guida, illustrate venerdì mattina a Roma, rientrano in un testo più ampio che è stato consegnato al Governo direttamente dal Tavolo di Lavoro degli enti locali per il clima, sottoscritto da Agenda 21, Aiccre (Sezione italiana del Consiglio dei Comuni e delle Regioni d’Europa), Alleanza per il Clima, Anci (Associazione nazionale comuni italiani), Comuni Virtuosi, Inu Kyoto Club e Upi che, confermando l’impegno al raggiungimento degli attuali obiettivi di riduzione delle emissioni del 20%, ribadiscono di credere fermamente nella possibilità e nel successo di tagli degli inquinanti che vadano ben oltre. A tal fine hanno aderito alla proposta di un “Patto Territoriale delle Regioni e delle Autorità Locali nell’ambito della Strategia Europa 2020” formulata dal Comitato delle Regioni, allegando la richiesta affinchè aumenti il loro stesso coinvolgimento nella redazione di un programma anti-inquinamento nazionale che, oltre a ridurre le percentuali di gas serra emessi, vada a rispettare ambiente e risorse. Sottolineando la necessità di maggiori fondi in favore delle ristrutturazioni energetiche e dell’efficientamento degli edifici, oltre allo stimolo per la generazione, anche domestica, di energia da fonti rinnovabili, il documento, consegnato giorni addietro nelle mani del Governo, dovrebbe essere visionato durante le giornate del clima in svolgimento a Cancun con la proposta che si adotti questo nuovo paper come sostituto del Protocollo di Kyoto in vista della prossima scadenza.
“Le Città e le Autorità Locali Italiane – si legge nel testo – individuano in una economia locale a basse emissioni di carbonio, ecologica ed efficiente nell’uso delle risorse l’elemento centrale per il rilancio del Paese e per la creazione di nuovi posti di lavoro non delocalizzabili. Investire sul cambiamento climatico promuove l’innovazione, sostiene il mercato interno e migliora la competitività dell’Italia nel panorama internazionale”.