E’ prevista per oggi la firma dell’accordo di cooperazione fra Eni, Enel e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare in materia di CCS (Carbon Capture and Storage). L’intesa strategica prevede l’estrazione dai fumi della centrale a carbone Enel di Brindisi dell’anidride carbonica, successivamente liquefatta in un impianto sperimentale ed immagazzinata nel giacimento vuoto che l’Eni ha a Cortemaggiore (Piacenza). Al tempo stesso l’accordo mira alla verifica e diffusione delle tecniche di cattura della CO2 e alla promozione delle fonti rinnovabili. Si tratta di progetto che acquista particolarmente significato soprattutto ora alla luce della proposta della Commissione Ambiente UE secondo cui tutte le grandi centrali di produzione elettrica costruite a partire dal 2015 dovrebbero dotarsi di sistemi e tecnologie per il sequestro del biossido di carbonio nel sottosuolo. La disposizione adottata, battezzata la clausola Schwarzenegger, metterebbe, infatti, al bando la costruzione di centrali termoelettriche che emettano più di 500 grammi di CO2 per kilowatt ora generato, ipotizzando che le tecnologie di CCS possano efficacemente limitare le emissioni nocive fino a un massimo del 55% entro il 2100 e generare un’influenza positiva sul clima.