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EnergyMed: la sfida energetica del Mediterraneo

Circa 150 espositori di aziende nazionali e internazionali, molte delegazioni straniere, più di 20 convegni e seminari, eventi speciali e corsi di formazione. Questi i numeri della seconda edizione di EnergyMed, mostra convegno sulle Fonti Rinnovabili e l'Efficienza Energetica nel Mediterraneo, che si è tenuta nella bella cornice della Mostra d'Oltremare di Napoli dall'8 al 10 marzo

L’obiettivo della manifestazione, promossa dall’Anea (Azienda Napoletana Energia e Ambiente), non è stato solo quello di divulgare la cultura del risparmio e promuovere le energie rinnovabili ma anche di offrire visibilità alle aziende e agli operatori che si occupano di energie rinnovabili e soprattutto di aver avviato un confronto-dibattito tra enti locali, enti centrali, ministeri governativi, esperti e operatori del settore, sulle problematiche in questione. La consapevolezza che, anche se tra molti problemi e difficoltà, l’obiettivo di avvicinare le varie componenti in gioco è stato raggiunto, si legge dalla partecipazione precisa e puntuale, ai tavoli di approfondimento e dibattito, dei rappresentanti di tutti i maggiori enti scientifici, dei governi centrali e di quelli locali. Durante i tre giorni della rassegna, inoltre, si sono tenuti numerosi convegni e corsi di formazione organizzati con la partecipazione, tra gli altri, del mondo dell’università. Nelle aree espositive si sono viste però poche novità per quanto riguarda tecnologie e impianti. Nell’ottica strategica di creare una rete permanente tra imprese, università, pubbliche amministrazioni e associazioni, tenendo presente che la sfida per un futuro sostenibile debba essere garantita dall’impegno dell’intera comunità mondiale, ha assunto grande valore la presenza dei centri di ricerca europei, gli Innovation Relay Centre (IRC), che hanno organizzato, nei tre giorni di rassegna, più di trecento incontri per il trasferimento tecnologico transnazionale sul tema delle fonti rinnovabili e del risparmio energetico. Per quanto riguarda le presenze va apprezzata l’iniziativa di molte scolaresche che, attraverso visite guidate, hanno potuto informarsi sulle regole per uno sviluppo sostenibile.

h4. Energia sull’onda del mare

Tra i progetti più interessanti visti nei tre giorni di rassegna, si segnala in particolare la presentazione di un modello analitico e numerico per la simulazione in transitorio della conversione di energia delle onde del mare in elettricità, attraverso un dispositivo a colonna d’acqua oscillante (OWC). Il progetto è stato presentato dal Dipartimento di Meccanica ed Aeronautica dell’università La Sapienza di Roma, partner del MedCres (Centro del Mediterraneo per l’Energia Rinnovabile e la Sostenibilità Ambientale). Le prestazioni dell’OWC sono state valutate per la centrale elettrica autonoma (stand alone) di una tipica isola minore del Mediterraneo.
Uno studio di convalida, per questo tipo di sistema, è stato effettuato per la centrale elettrica di un’isola del Portogallo.
L’onda del mare come fonte di energia è caratterizzata da un elevato potenziale (ad esempio Thorpe ha stimato che sia possibile ottenere una potenza di alimentazione di 2 TW/anno (considerando l’estensione totale del mare). La densità di energia valutata può superare di gran lunga i 20 kW/m per le onde migliori con una più uniforme disponibilità durante il giorno rispetto ai picchi di radiazione solare.
Tra i vari tipi di convertitori di energia dell’onda sviluppati, la colonna d’acqua oscillante (OWC) può essere considerata la tecnologia terrestre più vicina alla meta, dal momento che ha già raggiunto la fase del prototipo funzionante a grandezza naturale.
Il dispositivo OWC ha un alloggiamento parzialmente sommerso dalla superficie dell’acqua ed aperto all’azione del mare. Qui l’aria viene intrappolata sopra il pelo libero dell’acqua. L’onda incidente induce il movimento oscillante del pelo libero che causa la conversione di energia dell’onda in energia pneumatica a bassa pressione. Ciò avviene mediante la compressione e l’espansione dell’aria nell’alloggiamento.
Per convertire l’alimentazione pneumatica disponibile, sono usate le cosiddette turbine Wells. L’obiettivo è sviluppare un modello semplificato di OWC per l’esecuzione di simulazione del TRNSYS. Il modello di TRNSYS permette di confrontare l’integrazione del contributo, non determinante, di alimentazione dell’onda con i sistemi energetici attuali. Lo studio numerico punta alla valutazione delle prestazioni di OWC su un anno standard, usando step temporali di un’ora.

h4. Modulo fotovoltaico ad inseguimento

Un altro interessante progetto (con prototipo già realizzato in scala naturale) è quello presentato nello stand del Centro Ricerche Eureco e che riguarda il modulo fotovoltaico ad inseguimento. Il prototipo di inseguitore solare realizzato è caratterizzato da un sistema di puntamento monoassiale con eventuale regolazione manuale del secondo asse. Il cuore del sistema è un microcontrollore Pic che, opportunamente programmato, gestisce l’inseguimento del sole dalle prime ore del mattino fino a sera, in modo da garantire un più elevato guadagno energetico rispetto alle comuni strutture ad inclinazione fissa. Il movimento è garantito da un motore stepper abbinato ad un riduttore con coppia riduttrice, in modo tale da garantire la completa irreversibilità dell’asse rotante in presenza di agenti atmosferici di disturbo.

h4. Tiggino, l’eco-scooter

La notizia più interessante nel settore della mobilità sostenibile arriva da questo dueruote a emissioni zero alimentato a idrogeno, ma idrogeno pulito, prodotto dal sole e non da combustibili fossili. Ci saranno delle vere pompe di distribuzione e sembra proprio che dal tubo di scappamento uscirà solo vapore acqueo. L’eco-scooter che avrà autonomia di circa 70 chilometri e velocità di circa 50 km/h, sarà utilizzato in via sperimentale, come dotazione per circa 30 vigili delle città di Napoli e Benevento.

h4. Solare: ricerche e nuove tecnologie

Molti i convegni interessanti tra i quali si annoverano quello sulle “Tecnologie Solari Innovative per La Regione del Mediterraneo – Progetto Medrep”. Nel corso del convegno sono state presentate dagli oratori diverse tecnologie solari impiegate in alcuni paesi del Mediterraneo, ma la notizia più interessante è stata data dal professor Nicola Romeo, direttore del laboratorio di ricerca “dispositivi a film sottili e celle solari” dell’università di Parma. Lo studio di dispositivi fotovoltaici (celle solari), con materiali composti da leghe alternative al silicio, riguarda lo sviluppo di tecniche di preparazione che garantiscano ottime caratteristiche fotovoltaiche, unitamente a bassi costi di produzione su larga scala. Lo studio implica la preparazione di contatti trasparenti e conduttori (TCO) con varie tecniche di deposizione, verifiche della stabilità dei dispositivi con particolare riguardo all’interazione dei vari materiali, trattamento dei substrati che vedono nell’economico vetro soda-lime un candidato di eccellenza. La particolarità del progetto, in fase avanzata, riguarda la facilità e la velocità nella produzione. Si stima infatti che si possa produrre 1 modulo ogni 2 minuti con un costo sostanzialmente intorno ad 1 €/W, che potrebbe arrivare, per produzioni su larga scala, fino ad 0.5 €/W.