“La centrale a idrogeno di Fusina è la dimostrazione che a noi l’età della pietra non piace”. Con queste parole il presidente del Veneto Luca Zaia ha concluso la cerimonia inaugurale della centrale a idrogeno di Venezia Fusina, la prima del mondo di vero utilizzo commerciale, capace di produrre 16 Mw tra produzione diretta e recupero di calore, pari al fabbisogno annuo di 20 mila famiglie, alimentata da idrogeno a basso costo, “residuo” della produzione di Porto Marghera. All’inaugurazione dell’impianto, collocato all’interno della centrale ENEL “Andrea Palladio”, sono interventi l’amministratore delegato e direttore generale dell’Ente per l’energia elettrica Fulvio Conti, il sindaco di Venezia Giorgio Orsoni, la presidente della Provincia di Venezia, Francesca Zaccariotto e il responsabile Sauro Pasini, presenti tra gli altri gli assessori regionali alla Legge Speciale Renato Chisso, all’ambiente Maurizio Conte e al bilancio Roberto Ciambetti.
La centrale a idrogeno è uno degli effetti concreti dell’attivazione del Distretto dell’Idrogeno, realizzato da un accordo tra Regione e Ministero dell’Ambiente, con relativo intervento finanziario di 10 milioni complessivi. L’intervento di Fusina è una delle maggiori realizzazioni di questa politica, che coniuga e concretizza le competenze regionali in termini di energia e riconversione del Polo di Marghera. Ma oggi erano visibili anche un’imbarcazione, un veicolo industriale, un generatore e un distributore di idrogeno, precursori di un utilizzo allargato, funzionale ad un combustibile a inquinamento pressoché zero.
“Il Veneto si pone ancora una volta in prima fila, ha il coraggio di rischiare e di investire nell’innovazione – ha affermato Zaia – tenuto conto che questa è anche la dimostrazione della nostra attenzione all’ambiente. In questa prospettiva noi nella Green Economy vogliamo esserci, per arrivare al 17 per cento di energia da fonti rinnovabili. Accettiamo ben volentieri, pertanto, la proposta di Conti per un accordo finalizzato al solare, al fotovoltaico, alle biomasse e ad altre energie rinnovabili. Ma vogliamo evitare speculazioni e chiediamo che si vincolino questi impianti ai proprietari dei terreni. Rispetto al fabbisogno del Veneto di 30 Gigawatt – ha concluso Zaia – con l’avvio del carbone pulito a Porto Tolle il bilancio energetico della regione è in pareggio. Questa è programmazione, ma noi ci troviamo a combattere quotidianamente con chi non vuole programmare e desidera che restiamo all’età della pietra: l’impianto a idrogeno dimostra che a noi l’età della pietra non ci piace”.