BRUXELLES (awp/ats/ans) – C’è divisione tra gli Stati membri della Ue sui provvedimenti da prendere per raggiungere l’obiettivo di aumentare l’efficienza energetica del 20% entro il 2020, così come deciso nell’ambito del pacchetto clima che impone anche una riduzione del 20% dei gas ad effetto serra e un aumento del 20% dei consumi di energia da fonti rinnovabili.
“Tra gli Stati membri ci sono punti di vista diversi sull’obbligatorietà dei target”, ha riferito il sottosegretario svedese all’energia Ola Altera, in margine al consiglio informale dei ministri dell’energia, ad Are (nord ovest della Svezia).
La Svezia, che ha la presidenza di turno della Ue, intende imprimere una svolta sul fronte dell’efficienza energetica. “La nostra ambizione è di arrivare al consiglio di dicembre con tre direttive europee: una con obiettivi vincolanti di risparmio energetico per il settore delle costruzioni e gli edifici, un’altra per etichettatura di efficienza energetica di prodotti elettrici, l’ultima per l’etichettatura dei pneumatici”, ha spiegato Altera. “Tra i ministri c’é condivisione sulla necessità di aumentare il livello di efficienza energetica. Poi quando si scende sui dettagli, ci sono paesi che puntano ad andare più avanti, altri che sono più prudenti”.
Secondo studi scientifici, nella Ue i due terzi dell’energia prodotta viene perduta, soprattutto durante il processo di produzione e nella fase di trasporto, con perdite per miliardi di euro