Dalla California un nuovo metodo economico per l’individuazione delle sorgenti ad alto potenziale di energia geotermica
Una tra le risorse più estese e rinnovabili, ma sfortunatamente poco sfruttate ed utilizzate, è senza dubbio l’energia geotermica. Nonostante le fonti di calore sotterranee siano diffuse in una vasta percentuale del sottosuolo, quelle con una temperatura sufficientemente alta ed una profondità non troppo elevata da poter prevedere il suo sfruttamento e giustificare un grande investimento sono veramente poche. Sembra tuttavia che una coppia di ricercatori del Laboratorio Nazionale dell’Univerità Berkeley della California, abbiano fatto una entusiasmante scoperta: un metodo economicamente conveniente per evitare le costosissime trivellazioni normalmente condotte alla ricerca delle fonti di energia geotermica, in grado di identificare le sorgenti evitando del tutto di scavare in profondità nel terreno. Il principio si basa sull’analisi della composizione chimica dell’acqua del sottosuolo, in cui sono presenti due isotopi di elio (l’uno in presenza prevalente nella crosta terrestre, l’altro nel mantello), uno dei quali, quello presente nel mantello, se trovato in presenza prevalente e cospicua nell’acqua di superficie, individuerebbe con chiarezza i siti con alto potenziale geotermico. La speranza è che questo nuovo metodo di analisi, di gran lunga meno costoso di quello convenzionale, possa aprire ad un crescente utilizzo di una risorsa così energeticamente sostenibile e finora sottostimata.