Da qualche settimana ormai, leggiamo sulla stampa dichiarazioni di Confindustria di un presunto blocco da parte della burocrazia di miliardi di euro nel settore dell’energia in Sicilia.
Non più tardi del 10 marzo scorso, proprio in occasione di un importante convegno sull’Energia patrocinato dalla Regione Siciliana e svoltosi presso la sede di Confindustria Sicilia, ho avuto occasione di illustrare che il mercato potenzialmente generabile in Sicilia solo utilizzando la tecnologia del fotovoltaico integrato sui tetti è pari a 5-6 miliardi di euro.
Abbiamo stimato infatti che in Sicilia sono disponibili circa 29 mila ettari di tetti tra fabbricati residenziali e non residenziali (il dato è del Dipartimento regionale dell’Urbanistica), coprendo il 15% dei quali, si sarebbe in grado di produrre ben 2.500 MW di energia.
Quello che di recente si è dimenticato di dire è che in Sicilia vige un Piano energetico ambientale che non si limita ad incentivare l’energia prodotta da fonte rinnovabile solo per partecipare al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto (ergo riduzione delle emissioni in atmosfera), ma vuole rappresentare una grande occasione di redistribuzione della ricchezza per i siciliani, nonchè di rivitalizzazione delle piccole imprese siciliane in crisi.
Da ciò il favore per l’energia distribuita, per i piccoli impianti, per la micro taglia, la cui realizzazione è alla portata economica delle famiglie siciliane e garantisce il soddisfacimento di una delle scelte, a mio avviso, più importanti che il governo della Regione ha fatto con questo Piano energetico, e cioè favorire l’accesso democratico di tutti alla produzione dell’energia. La realizzazione di simili impianti è, per legge nazionale, totalmente sburocratizzata, non c’è necessità di alcun passaggio dagli uffici regionali; infatti la produzione di energia rinnovabile per impianti fotovoltaici di potenza fino a 20 kW, impianti mini eolici fino a 60 kW e impianti a biomasse fino a 200 kW è del tutto liberalizzata, non necessitando alcuna procedura autorizzativa.
Il favore della Regione per l’energia distribuita rappresenta una scelta rivoluzionaria, che ad oggi non è stata forse comunicata con sufficiente vigore, compressa com’è dal dibattito rovente sui grandi impianti, soprattutto eolici.
L’arretrato di pratiche cui si riferiscono alcuni esponenti di Confindustria Sicilia, giacenti nei nostri uffici è dovuto ad un boom di domande successivo all’entrata in vigore delle norme sulle tariffe incentivanti statali (il cosiddetto “conto energia”) e riguarda impianti di ben diverse proporzioni: macro eolici, fotovoltaici su terreno agricolo e impianti di biomasse che sono soggetti ad autorizzazione unica resa in seguito a conferenza dei servizi.
Un arretrato di circa 1.400 pratiche di tecnologia mista, che si è formato proprio a causa dell’assenza di pianificazione protratta negli anni passati. La Regione ha affrontato il problema proprio con il varo del Piano energetico ambientale, la cui peculiarità è stata quella di tentare di mettere ordine, pur tra mille difficoltà, in un settore in preda alla deregulation più estrema, e dove più forti sono stati riscontrati i rischi di canalizzazione di denaro da
incontrollabile provenienza.
A questo punto, i rappresentanti di Confindustria Sicilia, cosi’ solerti nel puntare l’indice contro la burocrazia regionale, si mettano d’accordo con il loro leader siciliano, il presidente Ivan Lo Bello, il quale non più tardi di qualche giorno fa accusava la Regione Siciliana di non porre in essere alcun filtro nel selezionare tra imprese serie e imprese meno serie che propongono investimenti nel settore delle rinnovabili e auspicando, giustamente, che l’economia siciliana venga liberata dalle intermediazioni e dai poteri criminali.
Ebbene, stia tranquilla Confindustria Sicilia, che la burocrazia del Dipartimento Energia è impegnata proprio a contrastare, i fenomeni di criminalità organizzata e mafiosa in un settore così incentivato sotto il profilo del cosiddetto “conto energia” (il più alto del mondo a chilowattora per il macroeolico); è impegnata proprio a selezionare, in piena trasparenza, le iniziative imprenditoriali serie da quelle che nessuna ricaduta socioeconomica possono garantire al territorio; è impegnata a scremare e a rigettare i progetti arretrati carenti di documentazione indefettibile e per ciò destinati verosimilmente ad ossigenare il mercato delle intermediazioni; è impegnata a contrastare eventuali interventi di mafia e criminalità organizzata attraverso un raccordo sempre più stretto con le Prefetture territoriali e la Guardia di Finanza, affinchè si possa accertare la provenienza degli ingenti flussi di denaro necessari per realizzare i grandi impianti; è impegnata a garantire trasparenza e imparzialità all’utenza attraverso la pubblicazione sul sito dell’elenco delle pratiche giacenti, nonchè del calendario delle conferenze dei servizi.
Preciso, inoltre, che sono state dette e pubblicate inesattezze riguardanti lo sviluppo del contenzioso generato per il caso New Energy. La Regione non ha affatto subito la condanna ad un risarcimento danni di 20 milioni di euro. Questa semmai, era la richiesta proveniente da New Energy, che non è stata accolta in primo grado, se non in minima parte, con una sentenza del TAR che è stata impugnata dall’Avvocatura dello Stato e al momento e’ sospesa.
Certo una nuova organizzazione degli uffici del neonato Dipartimento Energia, non si inventa in poche settimane, nè tantomeno si può dare luogo ad improvvisazione in una materia così delicata. Una cosa però è sicura, sentiamo l’obbligo di
ristabilire un clima di fiducia tra gli imprenditori e i dipendenti del Dipartimento Energia, come pure di stigmatizzare e contrastare i comportamenti di ingiustificata inerzia. Mi preme precisare, però, che qui non si lavora per bloccare (dal gennaio 2010 ad oggi il Dipartimento ha sfornato oltre 20 complessi decreti autorizzativi di impianti da energia rinnovabile ), ma per mettere la Sicilia nelle condizioni migliori per accedere alle tante opportunita’ che vengono dal settore energetico; non si lavora per bloccare, ma per dare attuazione alle priorità del Governo regionale; non si lavora per bloccare, ma per orientare gli investitori a presentare progetti di qualità elevata e che abbiano visibili ricadute occupazionali, manifestino un approccio credibilmente etico nei confronti del territorio e siano compatibili con lo stato attuale delle reti elettriche.
A me spetta il compito di garantire l’efficienza dei servizi, il rispetto dei tempi di autorizzazione, unitamente alla chiarezza nelle procedure, la rimozione degli ostacoli che si frappongono al raggiungimento di questi obiettivi, ma nessuno si illuda di potere, sull’onda emotiva dell’accelerazione delle istruttorie per i grandi progetti di energia rinnovabile, farci abbassare la guardia o il livello di attenzione sulla corretta attuazione del Piano energetico regionale e sulle sue strategie di fondo.
Rossana Interlandi
(Dirigente generale del Dipartimento regionale Energia)