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Energia dal calore degli Oceani

Dalle piattaforme che sfruttano il moto ondoso, alle isole che trasformano la differenza di temperatura degli oceani in energia

Dominic Michaelis, architetto e ingegnere, suo figlio Alex, e Trevor Cooper-Chadwick, ispiratisi all’idea dell’”Isola Energetica” del fisico francese del diciannovesimo secolo Jacques-Arsène d’Arsonval, stanno portando avanti un progetto molto ambizioso, una tecnica chiamata OTEC, ovvero: conversione dell’energia termica degli oceani. Ormai è diffusa e funziona in modo abbastanza verificabile, ripetibile e costante, la trasformazione del moto ondoso e delle maree in energia, ma nessuno fino ad oggi aveva tentato di mettere seriamente in pratica le invenzioni, a quel tempo pionieristiche, del fisico francese. La tecnica OTEC sfrutta la differenza di temperatura tra la superficie dell’Oceano, solitamente intorno ai 29°C ai tropici, e l’acqua alla profondità di un chilometro circa, che solitamente si aggira intorno ai 5°C. L’acqua superficiale più calda viene utilizzata per riscaldare l’ammoniaca liquida fino allo stato di vapore, il quale fa azionare una turbina che produce elettricità. In secondo luogo l’ammoniaca viene raffreddata utilizzando l’acqua fredda in profondità, in modo da trasformarla nuovamente in stato liquido e dare il via ad un secondo ciclo di produzione di energia elettrica. Il procedimento sta alla base di un progetto molto ambizioso, che prevede la costruzione di isole di energia galleggianti, coordinate e abitate da un team di ricercatori addetti al buon funzionamento delle macchine, che possano produrre 250 Megawatt. Il progetto sarà lanciato al Sir Richard Branson’s Virgin Earth Challenge.