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Enea: calano i consumi energetici ma la dipendenza dall’estero non cambia

“Un sistema energetico più efficiente e sostenibile per un futuro a basse emissioni di anidride carbonica è possibile, anzi il processo di trasformazione tecnologica è già in atto” è quanto ha dichiarato oggi l’Ing. Giovanni Lelli, Commissario dell’ENEA, in apertura della presentazione del “Rapporto Energia e Ambiente”:https://www.enea.it/produzione_scientifica/pdf_volumi/V2010-REA2009.pdf di cui Rinnovabili.it aveva fornito alcune anticipazioni lo scorso venerdì nell’intervista allo stesso Lelli. Il documento, giunto alla sua 11a edizione, costituisce un punto di riferimento essenziale per il settore energetico italiano e per il decisore politico, dal momento che nelle pagine del rapporto non sono solo contenuti i dati dell’attuale panorama nazionale e internazionale ma sono evidenziati attraverso le puntuali analisi di scenario i percorsi tecnologici che consentirebbero all’Italia di orientarsi verso la _Global Green Growth._ La cornice su cui costruire l’analisi è ancora una volta quella dell’imponente crisi economica mondiale che ha saputo determinare flessioni importanti nel comparto. E se a livello mondiale gli investimenti nelle fonti rinnovabili hanno registrato un calo di ben dodici punti percentuali in meno rispetto a quelli nel settore upstream per petrolio e gas il cammino italiano verso la sostenibilità ambientale, competitività economica e la sicurezza nelle forniture energetiche sembra essere ancora lungo.

*_Situazione nazionale e trend in atto_* La domanda di energia primaria, nello Stivale del 2009, si è attestata sui *180,2 Mtep,* pari ad un meno 5,8% rispetto all’anno precedente, con una contrazione significativa delle fonti fossili e una contemporanea crescita di rinnovabili (+13,7%) e importazioni di energia elettrica (+11%). Rispetto alla media della Ue-27 la domanda italiana di energia rimane molto legata alle fonti fossili: 41% da petrolio; 36% gas; 5% energia elettrica importata; 7% combustibili solidi. Una contrazione anche nei consumi finali di energia che si sono ridotti del 5,2% rispetto al 2008 attestandosi sui 133,2 Mtep. Nel dettaglio i consumi sono diminuiti nei trasporti dell’1,8%, e nell’industria del 20% (dovuti alla crisi che ha travolto il comparto) mentre nel settore civile, in relazione alla variabilità climatica, sono aumentati del 3,5% (gas +5% ed energia elettrica a +3%, rinnovabili a +9%).
Non è cambiata la nostra dipendenza dall’estero. Un 85% che pesa sul bilancio nazionale soprattutto rispetto a circa il 70% della media dei 27 Paesi UE e che vede aumentare la dipendenza a carico del gas naturale. Si è quindi assistito ad una diminuzione sensibile della fattura energetica, che dal picco del 2008 di circa 57 miliardi di euro è scesa a poco più di 41 miliardi di euro.
*_Consumo e produzione FER_* Nel 2009 – si legge nel rapporto – il consumo interno lordo da fonti rinnovabili in Italia è in aumento del 16% toccando quota 20.674 ktep spinto dall’eolico, fotovoltaico, rifiuti e biomasse. In termini di produzione elettrica verde non sorprende sapere che tre quarti del totale, ossia *68 TWh,* proviene ancora dall’idroelettrico (49,1 TWh), seguito dal settore geotermico, in leggero calo, con 5,3 TWh di produzione e dall’eolico salito a circa 6,5 TWh. La crescita complessiva della produzione elettrica da FER ha raggiunto quota 20% del consumo interno lordo di elettricità. La produzione di calore invece viene stimata nel 2009 in circa *45.000 TJ da impianti industriali* (legna e assimilati, compreso calore da cogenerazione) e in circa *81.000 TJ dal settore civile* (legna da ardere e teleriscaldamento a biomasse), mentre appare più limitato l’apporto proveniente dagli utilizzi diretti della geotermia (quasi 9.000 TJ) e solare termico (2.300 TJ) che tuttavia negli ultimi anni ha saputo mostrare un interessante profilo di crescita.
*_Emissioni di CO2_* anche qui la crisi economica si è fatta sentire, dando però i suoi benefici effetti, dal momento che lo sfavorevole momento di congiuntura ha portato una riduzione del 15% delle emissioni di gas serra rispetto al 2005. La tendenza per quanto positiva ed in grado di avvicinare l’Italia all’impegno del Protocollo di Kyoto, che impone di ridurre nel quinquennio 2008-2012 le emissioni medie di gas serra del 6.5% rispetto al 1990, non si consoliderà nel tempo in assenza di intervanti strutturali nel sistema energetico.
*_Green Economy_* Le tecnologie rinnovabili hanno dato una prova di saper catalizzare l’attenzione mondiale a dispetto della crisi e nonostante l’abbassamento dei prezzi petroliferi. Nel lasso di tempo che va dal 2005 al 2009 gli investimenti nella R&S in tecnologie a basso contenuto di carbonio sono aumentati del 230% soprattutto per merito dei membri del G20. L’Italia però, spiega l’Enea, “manifesta difficoltà nella tenuta competitiva della propria base industriale nei nuovi settori delle tecnologie low-carbon. Negli ultimi anni, gli investimenti italiani in questi settori hanno mostrato un apprezzabile tasso di crescita (persino superiore a quello degli Stati Uniti, secondo Paese in termini di investimenti totali dopo la Cina), ma risultano ancora scarsamente concentrati sull’innovazione tecnologica. In Italia, le politiche d’incentivazione alle rinnovabili non hanno inciso nello sviluppo di una soddisfacente filiera industriale nazionale, diversamente da quanto verificatosi, ad esempio, in Germania. Nel settore delle rinnovabili, i dati più recenti indicano che l’Italia abbia una propensione ad importare componenti superiore alla media dei Paesi UE (a 15), principalmente nel settore fotovoltaico”.