È pronto a sciogliersi uno dei matrimoni italo-spagnoli, quello tra Enel e Acciona. Mentre in Borsa, nonostante le smentite continuano a tener banco i rumors su un disimpegno di Telefonica da Telco-Telecom dopo le recenti decisioni delle autorità di vigilanza brasiliane e argentine che rischiano di complicare non poco l’attività di Telecom in Sud America, in campo energetico è ormai maturo il divorzio consensuale tra Enel e Acciona soci dal 2007 in Endesa, il primo col 67% e il secondo col 25%. Si era addirittura immaginato l’ufficializzazione dell’addio già per oggi, in concomitanza cioè del consiglio d’amministrazione Enel che esaminerà i dati del preconsuntivo 2008 che dovrebbe sancire, anche grazie al contributo di Endesa, un anno record del gruppo elettrico con ricavi in crescita del 30% almeno (oltre i 57 miliardi), l’Ebitda del 40-42% (oltre i 14 miliardi) e debiti in calo di un 12-13% sotto i 50 miliardi.
Ma non sarà oggi il giorno dell’addio. Il cda Enel verrà informato dall’ad Fulvio Conti sullo stato delle trattative in corso con Madrid, ma per la chiusura dell’accordo – come confermano fonti bancarie – serve altro tempo. Poche settimane, quanto basta per rendere possibile al gruppo guidato da Josè Manuel Entrecanales l’esercizio con un anno di anticipo – nel marzo 2009 anziché nel marzo 2010 – della put (l’opzione a cedere) sul 25% di Endesa in suo possesso. Più che sul prezzo che Enel dovrà pagare a Acciona per questo 25% le ultime divergenze tra i due quasi ex soci riguardano la valutazione delle attività Endesa nel campo delle energie rinnovabili (soprattutto nell’eolico) che Enel cederà ad Acciona. Sul 25% – valutato 11 miliardi di euro – tutto è stabilito nell’opzione put in mano a Entrecanales dal 2007 quando Enel, grazie anche ad Acciona, è riuscita a bloccare l’Opa dei tedeschi di E.on e a far sua Endesa: il prezzo da pagare è uguale a quello pagato per l’Opa decurtato dai dividendi ed extradividendi distribuiti da Endesa. Resta da fissare il prezzo che Acciona pagherà per acquisire da Endesa le energie rinnovabili che erano state valutate da Enel non meno di tre miliardi. A conti fatti, il valore della transizione potrebbe essere vicino agli 8 miliardi – gli 11 del put meno 1 miliardo di extradividendo che sarà distribuito da Endesa meno un paio di miliardi per l’acquisto delle rinnovabili – che un pool di banche spagnole (si fa il nome del Santander e del Bilbao) è pronto a prestare a Enel nella convinzione che sia preferibile essere creditori di un gruppo come l’Enel più che di un gruppo fortemente esposto nelle costruzioni, uno dei settori più in crisi in Spagna, come quello che fa capo a Entrecanales.
A spingere Acciona ad accordarsi con Enel per un’uscita anticipata da Endesa è la necessità di far cassa per rientrare dai quasi 18 miliardi di debiti e l’urgenza di alleggerire una posizione finanziaria che costringerebbe altrimenti il gruppo a far fronte nel 2009 a scadenze con le banche per un miliardo. Ma c’è anche una ragione più industriale per l’uscita anticipata da Endesa: Acciona punta a diversificarsi nel settore delle energie rinnovabili e con l’acquisto del comparto eolico da Endesa-Enel rafforzerebbe la sua posizione in Spagna avvicinandosi al leader Iberdola. (Armando Zeni)