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ENA: l’azoto? Un costo per l’ambiente e per l’economia

Analizzando la presenza e l'impatto dell'azoto sul continente europeo i preoccupanti dati emersi hanno portato gli esperti a dar vita ad una ricerca che oltre che sull'impatto ambientale si è concentrata anche sugli aspetti economici: l'inquinamento da azoto costa all'Europa fino a 320 miliardi di euro

(Rinnovabili.it) – Una eccessiva presenza di azoto danneggia sì l’ambiente, ma altresì potrebbe rappresentare un problema per l’economia. A rivelarlo uno studio che ha evidenziato una spesa annuale di 150-740 euro per persona in Europa, cifra necessaria a far fronte all’inquinamento causato dal gas. I numeri, contenuti nel primo “European Nitrogen Assessment (ENA)”:https://www.nine-esf.org/ENA-Book saranno rilasciate in occasione dell’odierna conferenza di Edimburgo dove verrà presentato il rapporto redatto grazie alla collaborazione di 200 esperti provenienti da 21 paesi e 89 organizzazioni che hanno anche stimao costi annuali di abbattimento dell’inquinamento a carico di tutto il continente nell’ordine di 70-320 miliardi di euro.
Venendo a conoscenza della relazione il Professor Bob Watson, Chief Scientific Advisor del Defra, il Dipartimento per l’agricoltura il Cibo e gli Affari Rurali britannico, ha dichiarato “La valutazione sottolinea come l’azoto colleghi le diverse questioni ambientali che conosciamo ormai così bene: clima, biodiversità, aria, acqua e inquinamento del suolo. Il rapporto sviluppa una visione per un approccio olistico, di vitale importanza se vogliamo andare avanti ed affrontare tali problematiche”.
Il rapporto ENA affronta per la prima volta le diverse minacce legate all’inquinamento da azoto, incluso il contributo al cambiamento climatico e alla perdita di biodiversità valutate anche in termini economici e su scala continentale. Allo stesso modo ha identificato le aree geografiche più colpite o minacciate dell’inquinamento legato alla produzione di azoto, fornendo ai responsabili politici una nuova chiave di lettura delle criticità per affrontare al meglio le problematiche delineando azioni chiave per ridurre i danni all’ambiente e alla salute pubblica.
Le valutazioni hanno affrontato le problematiche analizzando l’azoto reattivo, che comprende ammoniaca, protossido di azoto e ossidi di azoto (NOx), che sono la causa della creazione di piogge acide e smog e i nitrati, differenti dall’azoto inerte che costituisce il 78% dell’atmosfera.
Dalle analisi condotte risulta inoltre che dieci milioni di europei sono costantemente in contatto con acqua potabile in cui sono state rilevate alte percentuali di nitrati, superiori ai livelli consigliati. Inoltre la concentrazione di azoto è la causa della crescita incontrollata di alghe marine e crea quelle che sono conosciute come “zone morte” marine che caratterizzano specialmente i mari del Nord, l’Adriatico e il Baltico oltre alla costa della Bretagna. Questi inquinanti generati soprattutto dall’agricoltura, dall’industria e dal traffico urbano vanno a ridurre considerevolmente le aspettative di vita della popolazione residente mentre a livello della vegetazione le alte concentrazioni di azoto vanno a danneggiare e a causano la scomparsa del 10% della biodiversità in due terzi del continente.
“Quasi la metà della popolazione mondiale dipende, per la produzione di cibo, da fertilizzanti sintetici a base di azoto, ma sono necessarie misure per ridurre l’impatto dell’inquinamento. Le soluzioni includono l’uso più efficiente dei fertilizzanti e dei concimi e che le persone scelgano di mangiare meno. Abbiamo il know-how per ridurre l’inquinamento da azoto, ma ciò di cui abbiamo bisogno ora è applicare queste soluzioni in tutta Europa in modo integrato” ha dichiarato Mark Sutton del Centre for Ecology & Hydrology.