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Emissioni di CO2: Accenture e Barclays quantificano i finanziamenti necessari

Oltre 2 trilioni di euro per l'approvvigionamento e 591 miliardi per lo sviluppo: sono questi i due dati principali dal punto di vista economico che emergono dallo studio delle due compagnie, intenzionate a capire la fattibilità di un sistema con ridotte emissioni di anidride carbonica

(Rinnovabili.it) – “Carbon Capital: financing the low carbon economy” è lo studio condotto in maniera congiunta da Barclays, una delle principali banche del Regno Unito, e Accenture, celebre multinazionale di consulenza direzionale. L’obiettivo principale del rapporto era quello di quantificare gli investimenti necessari per dotare l’Europa di un economico a basse emissioni di anidride carbonica.
Simon Whitehouse, Peter Lacy, Xavier Veillard, Justin Keeble e Shaun Richardson sono gli autori dello studio in questione a cui si aggiunge un contributo fondamentale è stato messo a disposizione dal comparto di ricerca sulle energie rinnovabili dell’istituto di credito britannico. Bisogna anzitutto precisare che l’approccio utilizzato in questo caso è stato unico: si è infatti provveduto a quantificare il capitale necessario mettendo da parte i vecchi modelli, i quali stimavano lo scambio di emissioni in base ai target secondo il tipico modello top-down (partendo quindi dall’alto, dalle linee generali). Stavolta, invece, si è puntato più che altro sul denaro necessario per lo sviluppo e la commercializzazione del mercato di riferimento. La pubblicazione ha considerato quindici applicazioni tecnologiche europee, le quali richiedono 591 miliardi di euro per lo sviluppo e altri 2,3 trilioni per l’approvvigionamento, denaro sufficiente a far risparmiare 2,2 tonnellate equivalenti di CO2. Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è poi da dire che il solare fotovoltaico rappresenta il settore a più alta intensità di capitale (dovrebbe venire a costare 365 miliardi di euro per quel che concerne le sole micro-installazioni), mentre 2,4 trilioni di euro serviranno a finanziare le altre energie (eolica, solare, geotermica e biomasse) nell’Ue a 25 stati, oltre a Cina, India, Stati Uniti e Giappone entro il 2020 (6,6 tonnellate equivalenti in meno).