(Rinnovabili.it) – Ripristinare le barriere coralline con piccoli generatori galleggianti che sfruttano l’energia delle onde per produrre elettricità. E’ l’idea suggerita da Chris Olson fondatore della Swell Fuel come una delle possibili applicazioni del “Lever Operated Pivoting Float” (LOPF), ultimo prototipo della società texana per la produzione di elettricità marina.
In realtà che la corrente elettrica a bassa tensione faccia bene ai coralli non è una novità: l’accrescimento elettrolitico è stato sviluppato dal biologo americano Tom Goreau, e Wolf Hilbertz, professore di architettura tedesco e sperimentato già nei primi anni del 2000. Il processo, registrato col nome Biorock, si avvale di un’anima metallica attraversata da corrente per accelerare la deposizione dei minerali normalmente disciolti in mare, in particolar modo carbonato di calcio e idrossido di magnesio; il risultato è un composto di calcare e di brucite con il quale questi animali costruiscono le loro strutture. In pochi anni la struttura viene completamente ricoperta dai coralli, con una varietà del tutto simile a quella dei reef naturali.
La tecnologia, proprio per l’impiego di un basso voltaggio, ben si presta al connubio con le fonti rinnovabili. Secondo Olson il LOPF ben si adatterebbe allo scopo. Dalle ridotte dimensioni i dispositivi, con una potenza da 1 a 5 watt, possiedono una struttura di ancoraggio al fondale che funziona da perno a livello della boa galleggiante. Piccole e leggere le unità potrebbero essere posizione facilmente nelle vicinanze dei reef artificiali fornendo l’energia necessaria senza grandi spese economiche, legate all’istallazione o alla manutenzione.