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Efficienza Energetica, la più grande risorsa della casa

La fame di energia è in costante crescita in tutto il mondo e sono sempre più limitate le fonti energetiche fossili: questo è il panorama che stiamo vivendo. Tutto ciò è ben visibile dall’aumento esponenziale dei prezzi energetici, che comportano anche una crescita delle spese di riscaldamento, di produzione dell’acqua calda e corrente elettrica per gli edifici.
Il gruppo di ricerca sull’efficienza negli usi finali dell’energia, eERG, (eERG, end-use Efficiency Research Group _ Dipartimento di Energetica, Politecnico di Milano_ info@eerg.it – www.eerg.it ) afferma che l’efficienza energetica non è solo risparmio, ma è una risorsa economica ed è pulita; buona parte dei consumi attuali sono una perdita, uno spreco e assolutamente non un guadagno.
Rendere la nostra casa più efficiente da un punto di vista energetico significa consumare meno energia e ridurre i costi delle utenze; aumentare il valore della casa accrescendone il comfort; partecipare allo sforzo nazionale per ridurre i consumi di combustibile da fonti fossili e contribuire alla riduzione dell’inquinamento, proteggendo l’ambiente e noi stessi.
Da dati tratti dalle ricerche del gruppo sopra citato, ne deriva che solo il 30% dei consumi attuali è un consumo definito ‘utile’, nello specifico per lavabiancheria e lavastoviglie si tratta del 20% dei consumi; il 30% per frigoriferi e congelatori; il 10% è dovuto agli stand-by; il 30% a riscaldamento. La parte rimanente, ossia il 10% è spreco e dispersione di risorse. L’edilizia civile utilizza annualmente più del 30% dei consumi energetici totali, di cui: il 68% per riscaldamento, il 16% per usi elettrici obbligati (illuminazione, elettrodomestici), l’11% per la produzione di acqua calda sanitaria e il rimanente 5% per usi cucina. Ne deriva che ogni famiglia italiana di 4 persone consuma mediamente circa 1,8 Tep (tonnellate equivalenti di petrolio) per l’uso di combustibili e energia elettrica e spende oltre 120 euro al mese per i consumi di combustibili e di energia elettrica, contribuendo all’emissione del 27% di gas clima alteranti.
È possibile affrontare il consumo in modo sostenibile? La risposta è si, poiché tutte le operazioni e le azioni che compiamo all’interno di una giornata hanno un impatto ambientale. Da qui nasce l’esigenza di giungere a definire azioni concrete che possano ridurre l’impatto negativo dei modelli di consumo. Un esempio deriva nel momento dell’acquisto di un nuovo elettrodomestico o apparecchio elettrico o elettronico: tramite l’utilizzo di un frigorifero energy+, di Classe A, A+, A++, sul mercato agli stessi prezzi di quelli di classe B e C, si possono risparmiare 150 kWh/anno rispetto al modello medio presente sul mercato; acquistando una caldaia a condensazione a 4 stelle si ottengono risparmi attorno al 15% rispetto ad una caldaia tradizionale, e attorno al 20-25% se si sostituiscono i termosifoni o ventilconvettori con pannelli radianti a pavimento, con un rendimento maggiore dell’impianto e una diminuzione dei consumi e dei costi in bolletta a fine mese. Perché scaldare l’acqua nelle lavabiancheria e lavastoviglie con una resistenza elettrica e non immettere direttamente acqua calda che deriva dell’impianto termico, ottenendo conseguentemente un risparmio effettivo che va dal 20 all’80%? L’utilizzo di elettrodomestici elettrotermici, ossia stufette e termoventilatori elettrici, scaldabagni e cucine elettriche, dispositivi che scaldano l’acqua, sono i primi imputati degli elevati consumi di un’abitazione. Partendo dunque dal presupposto che l’efficienza energetica sia una risorsa, conviene utilizzare e migliorare le tecnologie presenti nelle nostre abitazioni: è possibile liberare risorse per consumi che siano minori e sostenibili. Dalla ricerca e dal mercato vengono miglioramenti delle tecnologie, un esempio sono stati gli elettrodomestici i cui consumi sono 5 volte inferiori a quelli di 15 anni fa. Gli Enti di ricerca, le Università, le Industrie forniscono soluzioni nuove e sistemi più efficienti, attraverso la ricerca e l’innovazione tecnologica, ma ci deve essere un coordinamento da parte del Governo, delle Regioni e degli Enti locali che indirizzano le scelte e promuovono l’utilizzo di tali sistemi; dalla parte del cittadino la partecipazione deve essere attiva, attraverso l’informazione e la valutazione delle condizioni di utilizzo di soluzioni nuove e maggiormente convenienti per risparmiare energia.
Le possibilità di risparmio energetico, soprattutto in casa, sono tante: infatti, a livello domestico si stimano potenziali di riduzione dei consumi nell’ordine del 50%; il punto di vista del consumatore può cambiare prospettiva per tendere ad una diminuzione dei consumi e dei rispettivi costi. Dunque ridurre i consumi inutili significa pensare al futuro nostro e delle prossime generazioni:
si tratta di diffondere all’interno della società e delle singole famiglie buone pratiche, che garantiscano uno sviluppo nel rispetto della sostenibilità ambientale. Dobbiamo pensare al risparmio energetico come una risorsa da utilizzare e come elemento indispensabile per ridurre l’impatto ambientale e favorire il conseguimento di obiettivi legati allo sviluppo sostenibile.
Le scelte da affrontare tra le mura domestiche sono:
– l’acquisto di elettrodomestici maggiormente efficienti: di fondamentale importanza sono il posizionamento, il buon utilizzo e la manutenzione. Alcune buone pratiche: posizionare gli apparecchi nel punto più fresco della cucina, lontano da fornelli, termosifone e finestra, con un passaggio di aria di almeno 10 cm dietro sopra e sotto per un buona ventilazione; tenere aperto lo sportello il più brevemente possibile; regolare il termostato del frigorifero a + 5/6° C e il congelatore a –18; evitare il riempimento eccessivo e lasciare spazio a ridosso delle pareti interne per favorire la circolazione dell’aria; evitare l’inserimento di cibi caldi perché contribuiscono alla formazione di ghiaccio sulle pareti; pulire il condensatore (serpentina) posto sul retro dell’apparecchio, dopo aver staccato l’alimentazione elettrica e sbrinare l’apparecchio quando lo strato di ghiaccio supera i 5 mm di spessore (la brina sottrae freddo all’apparecchio in quanto forma uno strato isolante, facendo aumentare i consumi di energia e riducendo, inoltre, lo spazio utilizzabile).
– utilizzo di lampade fluorescenti compatte (LFC) rispetto a quelle ad incandescenza. Infatti, se sostituissimo una lampada da 100 W ad incandescenza con una da 20 W LFC otterremmo la stessa quantità di luce, ma consumeremmo solo 1/5 dell’energia elettrica e la lampada fluorescente compatta ad alimentazione elettronica durerà fino a 10 volte di più rispetto ad una lampada ad incandescenza, consumando fino all’80% in meno. Considerato che una LFC ha una vita media di 10.000 ore e una lampada ad incandescenza solo di 1.000, ipotizzando di tenere la luce accesa per 2.000 ore l’anno, una LFC durerà per 5 anni, mentre un’incandescente compatta solo 6 mesi. La lampada LFC costa 10 volte tanto, ma dura anche 10 volte di più.
– Corretto utilizzo dell’acqua: non tenere i rubinetti aperti alla massima potenza e non lasciarli aperti inutilmente; preferire la doccia al bagno in quanto nel primo caso si consumano circa 30 litri di acqua mentre nel secondo si possono superare i 120; usare lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico; applicare a tutti i rubinetti i riduttori di flusso, ossia dispositivi economici e di facile installazione (sono da avvitare all’estremità del rubinetto) che miscelando aria al flusso di acqua riducono del 50% la quantità di liquido in uscita
– Evitare l’uso dello scaldabagno elettrico (boiler): sarebbe meglio preferire una caldaia a gas. In caso sia necessario il suo utilizzo regolare il termostato a 45°C in estate e a 60°C in inverno e programmare l’accensione con un timer. ( “GenerAzione Clima”:https://generazioneclima.wwf.it )
Il termine efficienza energetica dunque indica la fornitura di un uguale servizio all’utente, usando meno energia possibile: non si tratta infatti di dover rinunciare al comfort, o evitare l’utilizzo di impianti troppo potenti, ma è migliorare la qualità della vita, con un occhio attento ai consumi finali e ai sistemi preziosi di energia.